La Commissione dell’economia e dei tributi del Consiglio degli Stati (CET-S) approva a grande maggioranza i 41 decreti (17.040) che le sono stati sottoposti. Essa rifiuta il rinvio deciso dal Consiglio nazionale del decreto che introduce lo scambio automatico di informazioni relative a conti finanziari con la Nuova Zelanda. La Commissione ha inoltre presentato una mozione che chiede di rafforzare la protezione giuridica individuale.

​Dopo essere entrata in materia senza voti contrari e aver iniziato la deliberazione di dettaglio nella sua ultima seduta (vedi comunicato stampa del 18 ottobre 2017), la CET-S ha concluso l’esame del decreto concernente il meccanismo di verifica aggiungendoci un capoverso. Quest’ultimo obbliga il Consiglio federale ad esaminare regolarmente e sulla base dei rischi se gli Stati partner continuano a soddisfare i requisiti determinanti ai fini dell’introduzione dello scambio automatico di informazioni e poi a sottoporre questi rapporti alle commissioni parlamentari competenti. Secondo la CET-S con questo sistema i Paesi che potrebbero essere problematici continuerebbero a essere tenuti sotto osservazione dal Consiglio federale e dal Parlamento.

Mentre il Consiglio nazionale aveva rinviato il decreto che introduce lo scambio automatico di informazioni relative a conti finanziari con la Nuova Zelanda affinché il Consiglio federale negoziasse una convenzione in materia di sicurezza sociale, la CET-S propone invece, con 9 voti contro 1 e 1 astensione, di respingere questo rinvio. Secondo la maggioranza la Nuova Zelanda rispetterà al pari della Svizzera il principio di specialità. I dati potranno pertanto essere forniti soltanto a fini fiscali e non per motivi legati alla sicurezza sociale. Il Consiglio federale ha garantito alla Commissione che informerà mediante un foglio informativo i cittadini svizzeri interessati in merito alle possibilità di regolarizzazione del passato offerte dalla Nuova Zelanda.
Esprimendo le sue preoccupazioni in merito a talune persone che potrebbero essere in seguito perseguite a causa dell’introduzione dello scambio automatico di informazioni con alcuni Paesi, la Commissione ha depositato una mozione (17.3973) che incarica il Consiglio federale di sottoporre al Parlamento una modifica dell’articolo 19 LSAI che rafforzi la protezione giuridica individuale in modo concreto, facendo in modo che nessuno scambio di informazioni possa avvenire in casi individuali in cui una violazione dei beni giuridici essenziali sia verosimile.
Con 9 voti contro 0 e 2 astensioni, la CET-S ha approvato nella votazione sul complesso il decreto concernente il meccanismo di verifica e con 9 voti contro 1 e un’astensione gli altri decreti. Il Consiglio degli Stati tratterà questo oggetto nella sessione invernale.

2. La Commissione prosegue l’esame delle divergenze nella LSF e nella LIFin

La CET-S ha proseguito l’appianamento delle divergenze nella legge sui servizi finanziari (LSF) e nella legge sugli istituti finanziari (LIFin; 15.073), giungendo con il suo esame fino all’articolo 57 LIFin.
La Commissione propone perlopiù di seguire le decisioni del Consiglio nazionale. Vuole però un’eccezione all’obbligo di pubblicare un prospetto se l’offerta pubblica non supera un valore complessivo di 8 milioni di franchi − e non solo un valore complessivo di 2,5 milioni di franchi − su un periodo di 12 mesi (art. 38 cpv. 1 lett. e LSF). Nell’articolo sulla responsabilità (art. 72 LSF) propone di mantenere la decisione del Consiglio degli Stati, cambiando tuttavia l’ultima parte: la responsabilità deve venire meno se si è agito con la necessaria diligenza; non si fa quindi più riferimento alla colpa. Secondo la CET-S la procedura dinanzi all’organo di mediazione deve continuare a essere gratuita, e questo deve essere manifesto nella legge, al fine di chiarire la volontà del legislatore (art. 78 cpv. 1 LSF). Per quanto concerne i due articoli sulle multe (art. 92 e 93 LSF), la Commissione propone di mantenere il testo adottato dal Consiglio degli Stati. La Commissione propone infine di mantenere la decisione del Consiglio degli Stati anche riguardo al capitale minimo e alle garanzie (art. 19 LIFin).
Siccome la deliberazione non ha potuto essere conclusa a causa dell’elevato numero di divergenze, l’oggetto sarà trattato dal Consiglio degli Stati soltanto nella sessione primaverile 2018. Eventuali divergenze saranno quindi appianate nel corso della sessione estiva 2018.

3. Importanza ed eventualità di un rafforzamento del denaro contante: discussione prevista con la BNS

La CET-S ha discusso approfonditamente l’iniziativa del Cantone di Zugo (16.314) che chiede di sancire nella legge l’attuale taglio delle banconote. La direzione generale della Banca nazionale svizzera (BNS) è l’organo competente per stabilire il valore nominale delle banconote. Dall’audizione dei rappresentanti del Gran Consiglio del Cantone di Zugo si evince chiaramente che l’iniziativa mira a rafforzare la funzione del denaro contante quale mezzo di pagamento e di conservazione del patrimonio. Al contempo essa mira a contrastare la tendenza a voler sopprimere le banconote. Dal punto di vista della Commissione l’iniziativa affronta dunque una questione fondamentale e importante. Tuttavia la maggioranza ritiene troppo ristretta l’iniziativa: il fatto che sia incentrata sul taglio delle banconote non copre la portata della tematica. Nel primo trimestre del 2018 la Commissione prevede di discutere approfonditamente con il presidente della direzione generale della BNS in merito all’importanza e all’evoluzione delle banconote. In seguito a questa discussione si valuterà se sia necessario presentare un’iniziativa commissionale a protezione del denaro contante. Con 5 voti contro 5 (1 astensione) e il voto decisivo del presidente, non è stato dato seguito all‘iniziativa cantonale.

4. Nessun motivo per un’amnistia fiscale generale

La CET-S ha poi dibattuto l’iniziativa del Cantone di Friburgo che chiede un’amnistia fiscale generale (16.311). Considerata la possibilità, già esistente e ampiamente utilizzata, dell’autodenuncia esente da pena per gli evasori fiscali, la Commissione non vede alcun motivo per accordare un’ulteriore amnistia. Con 11 voti contro 1 propone pertanto di non dare seguito all‘iniziativa.

Presieduta dal consigliere agli Stati Martin Schmid (PLR, GR), la Commissione si è riunita a Berna il 02 novembre 2017. A parte della seduta era presento il consigliere federale Ueli Maurer.