All'origine delle due iniziative cantonali vi sono alcune decisioni del Tribunale federale (TF) che hanno fatto arricciare più di un naso. Nell'ottobre 2016, i supremi giudici avevano accolto un ricorso contro il sistema di elezione del parlamento urano criticando soprattutto il quorum del 10% - giudicato troppo elevato - in quei comuni dove si votava secondo il sistema proporzionale.
Nel luglio 2013, il TF aveva annullato una disposizione costituzionale di Zugo relativa al sistema proporzionale di elezione del parlamento cantonale giudicandola contraria alla libertà di voto e di elezione garantita dalla Costituzione. Il TF aveva in particolare contestato il diverso peso che hanno i singoli voti nei piccoli circondari elettorali.
Questa giurisprudenza aveva aveva condotto l'Assemblea federale a rifiutarsi di concedere la garanzia federale alla Costituzione svittese a causa del sistema per l'elezione del Parlamento.
Dalle decisioni del TF sono nate le due iniziative cantonali che chiedono di riformulare in modo più preciso l'articolo 34 della Costituzione in modo da riaffermare le autonomie cantonali. Secondo la modifica costituzionale adottata oggi, il Tribunale federale non potrà così più intervenire per stabilire i requisiti relativi alle dimensioni dei circondari elettorali.
E a tal proposito oggi, con 104 voti contro 83 e due astenuti, la Camera del popolo non ha voluto sopprimere nella revisione costituzionale la frase secondo cui i Cantoni "sono liberi di definire i loro circondari elettorali e di prevedere disposizioni particolari in materia elettorale".
Se questa precisazione venisse tolta, la formulazione dell'articolo costituzionale sarebbe troppo vaga lasciando la porta aperta a nuovi ricorsi al TF, ha sostenuto Gerhard Pfister (PPD/ZG). Più in generale, Gregor Rutz (UDC/ZH) ha sostenuto che non deve essere il Tribunale federale a verificare la costituzionalità dei sistemi elettorali cantonali ma le Camere federali.
"Ma già oggi i Cantoni possono organizzarsi come vogliono", ha replicato Matthias Jauslin (PLR/AG) sostenendo che nella Costituzione non figura solo il diritto all'autonomia cantonale ma anche quello della garanzia dei diritti politici. Per Balthasar Glättli (Verdi/ZH) il progetto in discussione non rispetta il principio della separazione dei poteri.
Come detto, al voto la camera ha però scelto la versione che lascia il margine più ampio possibile ai Cantoni. Come per tutte le revisioni della Costituzione, anche in questo caso la modifica dovrà essere approvata in votazione da popolo e cantoni.