(ats) Non è necessario ancorare nella legge il "Salmo svizzero" di Alberich Zwyssig e Camillo Valsangiacomo come inno nazionale. Ne è convinto il Consiglio nazionale, che - con 97 voti contro 85 e 3 astenuti - oggi ha affossato un'iniziativa parlamentare del "senatore" Thomas Minder (indipendente/SH).

Secondo l'autore del testo, un inno nazionale non deve essere deciso dall'alto, ma deve diffondersi spontaneamente e radicarsi nel popolo. Inoltre, per Minder, esso deve anche essere regolamentato. La decisione finale e la legittimazione dell'inno, a suo avviso, dovrebbero spettare all'Assemblea federale e - tramite referendum facoltativo - ai cittadini con diritto di voto.

La maggioranza della Camera del popolo è stata di tutt'altro avviso. Non occorre prendere misure in merito, ha sottolineato Isabelle Chevalley (Verdi liberali/VD) a nome della commissione, precisando come attualmente sia il Governo ad avere tale competenza. Il "Salmo svizzero" è infatti divenuto l'inno della Confederazione in seguito alla dichiarazione ufficiale del Consiglio federale del primo aprile 1981.

Il Governo ha inoltre assicurato "che non deciderà autonomamente e consulterà le Camere in merito a un nuovo inno", ha aggiunto Chevalley.

Una minoranza, guidata da Diana Gutjahr (UDC/TG) ha chiesto invano al plenum di dare seguito alla richiesta di Minder. La democentrista turgoviese ha sottolineato "l'impatto identitario di beni di primaria importanza come la bandiera rossocrociata e l'inno nazionale e vuole risolvere l'attuale incertezza in merito alla relativa competenza decisionale". Ma la maggioranza non l'ha seguita.