Tale possibilità faciliterà l'imprenditorialità innovativa e ridurrà la burocrazia, ha sostenuto Christa Markwalder (PLR/BE) a nome della commissione. Occorre invece mantenere un certo effetto preventivo sulla criminalità, ha replicato, con successo, lo schieramento rosso-verde sostenuto dal PPD.
Il progetto prevede anche di rafforzare i diritti dei piccoli azionisti delle società quotate in borsa. Non sarà così necessario detenere almeno il 3% del capitale per poter iscrivere un punto all'ordine del giorno dell'assemblea generale. Qui il Consiglio degli Stati sarà tenuto a fare chiarezza: la soglia è infatti stata abbassata all'1% nella versione francese a allo 0,5% in quella italiana e tedesca.
Un altro aspetto della riforma mira a combattere la corruzione nel settore delle materie prime. Le società quotate in borsa attive nell'estrazione di minerali, di petrolio o di gas naturale o nel settore del prelievo di legname in aree forestali primarie dovranno riferire annualmente sui pagamenti effettuati a favore di enti statali. Con 107 voti contro 78, la Camera ha deciso di considerare anche le imprese che commerciano in materie prime.
Non esistono disposizioni internazionali in questo settore, ha sostenuto Petra Gössi (PLR/SZ) invitando il plenum a bocciare tale aggiunta. Il settore del commercio segue regole diverse da quello minerario, ha precisato Karin Keller-Sutter.
La trasparenza è nell'interesse della Svizzera, ha replicato Min Li Marti (SP/ZH). Anche l'industria interessata sostiene queste disposizioni, ha aggiunto Beat Flach (PVL/AG).
Queste misure sono indipendenti dal controprogetto all'iniziativa popolare per multinazionali responsabili, che viene trattato separatamente. Il dossier torna ora agli Stati.