Con 6 voti contro 2 e 3 astensioni, la CIP-S ha approvato un’iniziativa parlamentare cui l’omologa Commissione del Consiglio nazionale aveva già dato seguito. L’iniziativa chiede che le prescrizioni relative all’indicazione delle relazioni d’interesse vengano completate (14.472 n Iv. Pa. Streiff. Maggiore trasparenza nell'indicazione delle relazioni d'interesse dei parlamentari). In futuro i membri delle Camere dovranno indicare non soltanto la loro professione, ma anche il datore di lavoro e la funzione svolta come lavoratore. In tal modo si vogliono evitare indicazioni troppo vaghe, come «consulente» o «gestore». La Commissione ritiene che si tratti di un piccolo ma significativo passo verso una maggiore trasparenza. Le elettrici e gli elettori potranno in tal modo farsi un’idea più precisa dei loro rappresentanti in Parlamento. Con questa decisione della Commissione del Consiglio degli Stati, la CIP del Consiglio nazionale può ora elaborare il relativo complemento alle disposizioni in materia di divulgazione.
La minoranza della Commissione ritiene invece che l’iniziativa apra le porte ad ulteriori pretese circa la pubblicazione dei dati privati dei parlamentari.
No a un ulteriore disciplinamento dell’attività dei lobbisti
Con 5 voti contro 5 e 1 astensione, e grazie al voto decisivo della sua presidente, la Commissione si è espressa contro l’iniziativa parlamentare depositata dal consigliere agli Stati Didier Berberat (NE), che chiede l’adozione di un accreditamento dei lobbisti che intendono avere accesso a Palazzo federale (15.438 s Iv. Pa. Per una normativa volta a instaurare la trasparenza in materia di lobbismo nel Parlamento federale). L’autore dell’iniziativa chiede che i lobbisti che intendono avere accesso al Palazzo del Parlamento siano accreditati e che il loro numero sia eventualmente limitato. Inoltre, in caso di violazione o di elusione di queste regole devono poter essere applicate misure sanzionatorie.
La maggioranza della Commissione vuole che la responsabilità nelle relazioni con i lobbisti sia lasciata, come è avvenuto finora, ai membri del Parlamento. Una simile soluzione ha il vantaggio di evitare un inutile carico amministrativo, che deriverebbe soprattutto dal controllo delle indicazioni fornite dai lobbisti. Scarsi sarebbero inoltre i vantaggi, in termini di trasparenza, derivanti dall’adozione di un accreditamento. La presenza dei lobbisti a Palazzo federale è solo una piccola parte dell’attività da loro svolta: essa viene infatti esercitata in molte altre sedi, segnatamente attraverso la presenza di rappresentanti di interessi nelle commissioni parlamentari. Vi è inoltre il rischio che un sistema di accreditamento determini un aumento dei lobbisti che possono accedere a Palazzo federale. In tal caso sarebbe molto difficile adottare una regolamentazione che ne limiti ragionevolmente il numero.
La minoranza della Commissione, nel rammentare le recenti discussioni in materia di trasparenza, ritiene invece che debbano essere adottate misure che rafforzino la fiducia verso l’istituzione parlamentare. A suo avviso è necessario che si dia un segnale che vada in direzione di una maggiore trasparenza.
Presieduta dalla consigliera agli Stati Verena Diener Lenz (ZH, GL), la Commissione si è riunita a Berna il 16 novembre 2015.
Berna, 17 novembre 2015 Servizi del Parlamento