Dopo lunghe e intense discussioni, nella votazione sul complesso la Commissione ha accolto con 7 voti contro 2 e 3 astensioni il disegno per l’attuazione dell’articolo 123c della Costituzione federale. Le modifiche previste si prefiggono di rendere realizzabile l’interdizione di esercitare un’attività, di attuare l’iniziativa il più fedelmente possibile e in pari tempo di tener conto del principio costituzionale della proporzionalità.

(16.048)
​Il Consiglio federale propone nel suo disegno tre diverse interdizioni di esercitare un’attività. Per aumentare la fattibilità nella prassi del disegno la Commissione ha deciso con 7 voti contro 3 e 2 astensioni di semplificarlo, senza restringere il campo d’applicazione della legge o ridurre la protezione delle vittime. La soluzione adottata dalla Commissione contiene solo due interdizioni – l’una riguarda le attività con i minorenni, l’altra la protezione degli adulti – e rinuncia a un’ulteriore differenziazione. Un vasto consenso sussiste riguardo all’esclusione dall‘interdizione automatica a vita di esercitare un’attività dei casi che rientrano nel cosiddetto «amore adolescenziale». A questo scopo, con 7 voti contro 0 e 4 astensioni la Commissione ha introdotto un’apposita disposizione eccezionale nell’articolo 187 del Codice penale. Inoltre, per formulare l’interdizione di esercitare un’attività per quanto possibile in modo proporzionale nell’ambito del mandato costituzionale, la Commissione ha deciso con 7 voti contro 0 e 5 astensioni che semplici infrazioni e reati perseguibili a querela di parte non debbano comportare necessariamente e automaticamente l’interdizione di esercitare un’attività a vita. Con 6 voti contro 4 e 2 astensioni, la Commissione ha inasprito il disegno riguardo al riesame a posteriori delle interdizioni di esercitare un’attività. Le interdizioni di esercitare un’attività a vita pronunciate automaticamente non devono in alcun caso poter essere oggetto di restrizioni o di abrogazione in un momento successivo. Una minoranza è d’accordo con il Consiglio federale e intende ammettere il riesame a posteriori delle interdizioni di esercitare un’attività ma a condizioni restrittive. Il disegno è stato inasprito anche per quanto riguarda il processo penale. Con 5 voti contro 4 e 3 astensioni, la Commissione ritiene che il pubblico ministero non debba avere la competenza di rinunciare a ordinare l’interdizione di esercitare un’attività. La rinuncia a una simile interdizione rappresenta una decisione di vasta portata, ragione per cui in ogni caso quest’ultima spetterebbe a un tribunale. Per motivi di efficacia e per evitare di sovraccaricare i tribunali, la minoranza chiede che il pubblico ministero sia legittimato a rinunciare a ordinare interdizioni di esercitare un’attività avvalendosi della procedura del decreto d’accusa.

Approvata l’abrogazione dell’articolo concernente il reato di lesa maestà

La Commissione condivide la posizione della sua omologa secondo cui l’articolo 296 CP non sarebbe più attuale. Con 7 voti contro 4 e 1 astensione essa accoglie l’iniziativa parlamentare Flach (16.430 Abrogare l’articolo 296 del Codice penale concernente il reato di lesa maestà). La Commissione ritiene in particolare che lo stralcio della disposizione rappresenti un’agevolazione per la politica estera svizzera. Questo oggetto torna ora alla CAG-N che elaborerà un progetto in questo senso.

Ulteriori chiarimenti in merito al problema dell’accesso ai dati presenti su reti sociali in Internet da parte delle autorità preposte al perseguimento penale

La Commissione ha esaminato la mozione Levrat 16.4082 (Facilitare l’accesso delle autorità di perseguimento penale ai dati delle reti sociali). La mozione chiede che le reti sociali dispongano di una rappresentanza in Svizzera affinché le autorità di perseguimento penale possano richiedere direttamente i dati necessari per la procedura. La Commissione riconosce la necessità di intervenire in questo ambito e ha incaricato quindi l’Amministrazione di presentarle un rapporto con le possibili soluzioni.

Ulteriori oggetti

Nell’ambito della deliberazione dell'oggetto 12.413 la Commissione si è chinata sulla questione della nomina di curatori. Essa propone alla propria Camera all’unanimità di allinearsi alla decisione del Consiglio nazionale e di modificare l’articolo 400 capoverso 2 CC in modo che in futuro nessuno sia più nominato curatore contro la propria volontà.

La Commissione ha respinto all’unanimità un’iniziativa parlamentare che chiede adeguamenti del Codice di procedura penale (16.416 n Iv. Pa. Guhl. Ordinare la carcerazione di sicurezza per impedire che gli autori recidivi di reati sessuali facciano altre vittime). La Commissione non vede in questo ambito margine per ulteriori iniziative parlamentari, dato che le Camere federali hanno deciso (14.3383) di attuare eventuali adeguamenti nell’ambito di una revisione di vasta portata.

La Commissione propone all’unanimità di accogliere la mozione 17.3264 (Estensione della cosiddetta piccola normativa sui pentiti ai membri di organizzazioni terroristiche) che si prefigge di estendere la disposizione riguardante l'attenuazione della pena contenuta nell'articolo 260ter numero 2 del Codice penale a membri di organizzazioni terroristiche.

Con 8 voti contro 4 e 1 astensione la Commissione ha accolto la mozione 15.3531 (Potenziare i mezzi di difesa contro gli squatter allentando le condizioni di applicazione dell'articolo 926 del Codice civile). La mozione chiede che le condizioni alle quali i proprietari di immobili occupati illegalmente da squatter possono esercitare il diritto di ripresa di cui all'articolo 926 del Codice civile (CC) siano allentate, in particolare riguardo ai termini. Una minoranza ritiene inopportuno introdurre nel CC termini rigidi e considera che questa soluzione sia più adeguata nel diritto cantonale in materia di polizia.

Con 10 voti contro 2 e 1 astensione la Commissione mantiene la sua decisione di dare seguito all’iniziativa parlamentare 14.470 (Fondazioni. Rafforzare l'attrattiva della Svizzera).

Con 9 voti contro 3 e 1 astensione la Commissione chiede di accogliere la mozione 16.4129 relativa alla trasparenza e ai criteri per la sorveglianza delle comunità religiose.

Presieduta dal Consigliere agli Stati Fabio Abate (PLR, TI), la Commissione si è riunita a Berna il 14 e 15 agosto 2017.