Con 15 voti contro 8 la CPS-N ha deciso di proporre, nel preventivo 2019 e nel piano finanziario 2020-22, di aumentare di 44 posti a tempo pieno a favore del Cgcf il preventivo globale dell’Amministrazione delle dogane. Sottoporrà la richiesta alla Commissione delle finanze del Consiglio Nazionale. La maggioranza della Commissione ritiene necessario che si intervenga ancora in questo ambito a causa dei problemi di sicurezza nelle regioni di confine, dovuti in particolare alla criminalità transfrontaliera, alla migrazione irregolare e all’aumento del traffico di frontiera. Con questi 44 nuovi posti dovrebbe poter essere colmata la lacuna accertata dallo stesso Consiglio federale a inizio 2016. A tal fine è anche stata discussa approfonditamente l’eventualità di innalzare il tetto massimo del personale federale deciso dal Parlamento. Con 17 voti contro 6 la Commissione ha poi respinto una proposta di innalzare questo tetto di 100 posti a tempo pieno. La maggioranza ritiene che una deroga al tetto massimo di 35 000 impiegati federali rappresenterebbe un indesiderato precedente per altre richieste di deroghe. Per rispettare il tetto massimo il Consiglio federale dovrebbe pertanto compensare internamente i 44 nuovi posti destinati al Cgcf mediante trasferimenti interdipartimentali. La minoranza fa notare tuttavia che il rafforzamento del Cgcf, richiesto invano da diversi anni, si è scontrato ogni volta proprio con la questione del tetto massimo. Per questa ragione sarebbe necessario esplicitare questa deroga, mentre un semplice trasferimento di posti metterebbe a repentaglio il buon funzionamento dell’Amministrazione. Da parte di alcuni è stato chiesto anche che prima di un suo aumento il tetto massimo dei posti venga abolito. Infine si è auspicato che anche i Cantoni vengano obbligati a potenziare le proprie forze di polizia.
Alla luce di queste considerazioni la CPS-N sostiene le richieste delle iniziative cantonali 17.318 (Grigioni) e 18.307 (Vallese). In considerazione dell’esito incerto della discussione sul preventivo, e per mantenere una certa pressione politica, la Commissione ha deciso, con 20 voti contro 4 e 1 astensione, di dare seguito a queste iniziative cantonali. A tale proposito ha inoltre preso atto con soddisfazione del fatto che nella sessione autunnale 2018 anche il Consiglio degli Stati ha dato seguito a queste iniziative cantonali. Alcuni deputati hanno tuttavia sostenuto che con queste decisioni la CPS-N dipinge la situazione alle frontiere in modo eccessivamente drammatico. Una proposta di sospendere la discussione su entrambe le iniziative cantonali fino a discussione conclusa del preventivo è stata respinta con 16 voti contro 8 e 1 astensione. Ha per contro ottenuto l’unanimità la decisione di trattare soltanto nel primo trimestre 2019 l’iniziativa 15.301 del Cantone di Basilea Campagna che si trova già nella seconda fase.
Legge sulla sicurezza delle informazioni
In occasione del secondo esame, la Commissione ha deciso con 17 voti contro 8 e 1 astensione di entrare in materia sul progetto del Consiglio federale per una legge sulla sicurezza delle informazioni (17.028 / LSIn). Con 17 voti contro 9 ha però altresì deciso di sospendere la deliberazione e di chiedere al DDPS di illustrarle, entro la metà di giugno del 2019, in che modo il progetto possa essere migliorato. A tal fine, la Commissione ha indicato al DDPS alcuni criteri cui attenersi. È necessario, in particolare, che la LSIn venga armonizzata con la Strategia nazionale per la protezione della Svizzera contro i cyber-rischi (SNPC), anche in considerazione della futura istituzione di un centro di competenza per la cyber-sicurezza. I costi di attuazione della LSIn devono inoltre essere chiaramente evidenziati, nonché limitati e compensati a livello interdipartimentale. È pure necessario indicare quali spese sarebbero destinate ad assumere, nell’ambito della procedura di sicurezza relativa alle aziende, le aziende pubbliche e private attive in Svizzera, rispettivamente in che modo le relative disposizioni vadano adeguate affinché a queste aziende non ne derivi onere alcuno. Infine, la LSIn deve essere concretizzata, semplificata e snellita.
Su proposta della CPS-N, nella sessione primaverile 2018 il Consiglio nazionale aveva deciso di non entrare in materia sulla LSIn. Nella sessione autunnale 2018 il Consiglio degli Stati ha riconfermato invece la propria decisione, presa l’anno precedente, di entrare in materia sul progetto.
Altri argomenti
Con 16 voti contro 7 e 2 astensioni, la CPS-N ha deciso di proporre alla sua Camera di non entrare in materia sul progetto di modifica della legge sul controllo dei beni a duplice impiego (LBDI / 18.060). La maggioranza ritiene che si debbano dapprima raccogliere ulteriori esperienze in materia, in modo da poter valutare con migliore cognizione di causa l’evoluzione tecnologica in atto nel settore della sorveglianza di Internet e delle comunicazioni mobili e la sua ripercussione sulle aziende e sui prodotti. Per la minoranza è invece assodato che si debba legiferare in materia e ritiene che sia necessario che l’ordinanza, la cui validità è limitata nel tempo, venga ora trasposta nel diritto ordinario.
In precedenza, la Commissione è stata informata sul rapporto del Controllo federale delle finanze «Verifica del controllo concernente il trasferimento di materiale bellico – SECO»; in proposito ha sentito anche il DEFR.
La CPS-N è stata infine ragguagliata dal capo del DDPS e dal direttore del Servizio delle attività informative della Confederazione sulle recenti attività di spionaggio russe, perlomeno nella misura in cui lo permettono le prescrizioni concernenti la tutela del segreto. I fatti resi pubblici dai mass media sulla questione sono stati perlopiù confermati. La Commissione ha preso atto della posizione del DDPS, il quale non ritiene necessario prendere misure supplementari.
Presieduta dal consigliere nazionale Werner Salzmann (UDC, BE), la Commissione si è riunita l’8 e il 9 ottobre 2018 a Berna. A parte della seduta erano presenti il consigliere federale Guy Parmelin, capo del DDPS, e il consigliere federale Johann Schneider-Ammann, capo del DEFR.