La Commissione ha accolto l’iniziativa del Cantone di San Gallo (16.307 s Iv. Ct. SG. Modifica della legge sugli stranieri. Il diritto vigente in materia di integrazione, aiuto sociale, obblighi scolastici e provvedimenti penali dev'essere applicato in modo più vincolante) con 12 voti contro 11. L’iniziativa chiede un inasprimento delle disposizioni legali relative al rilascio, alla proroga e alla revoca del permesso di dimora o di domicilio. La Commissione ha ritenuto che la revisione della legge sugli stranieri decisa dal Parlamento il 16 dicembre 2016 non sia sufficiente (13.030 Legge sugli stranieri. Modifica. Integrazione). I Tribunali manterrebbero un margine di manovra troppo ampio. Alle autorità devono essere impartite direttive chiare e severe su cosa fare in caso di stranieri restii a fare sforzi d’integrazione.
La minoranza della Commissione ritiene che debbano dapprima essere fatte esperienze con le disposizioni normative appena decise, prima di emanarne di nuove. Inoltre, la minoranza teme che l’obbligo generalizzato di concludere accordi d’integrazione previsto dall’iniziativa cantonale provochi un enorme onere burocratico.
Dopo che il Consiglio degli Stati ha accolto l’iniziativa con 21 voti contro 19 durante la sessione primaverile, ignorando così la proposta della propria Commissione, l’iniziativa viene ora attribuita a una Commissione affinché elabori le necessarie disposizioni legislative.
Sostituzione dello statuto di straniero ammesso provvisoriamente
La Commissione ha preso atto del rapporto del Consiglio federale del 12 ottobre 2016 «Ammissione provvisoria e persone bisognose di protezione: analisi e possibilità d’azione». Da tempo lo statuto di straniero ammesso provvisoriamente è oggetto di critiche. La maggior parte di questi stranieri non rimane in Svizzera a titolo meramente provvisorio bensì in modo duraturo, giacché il loro ritorno nel Paese d’origine non è possibile o ragionevole. Al tempo stesso vi è un notevole potenziale di miglioramento per quanto riguarda l’integrazione di queste persone sul mercato del lavoro svizzero.
La Commissione ha consultato i rappresentanti delle competenti Conferenze dei direttori cantonali, delle Unioni delle Città e dei Comuni, dell’Organizzazione svizzera d’aiuto ai rifugiati e delle organizzazioni mantello dei datori di lavoro.
Sulla base di queste consultazioni e della sua analisi del rapporto del Consiglio federale, la Commissione intende ora impartire, mediante una mozione, indicazioni generali per l’elaborazione di un progetto di legge. La proposta di presentare tale mozione è stata accolta con 16 voti contro 9. La Commissione non ha contestato un postulato che chiede d’incaricare il Consiglio federale di chiarire come ottenere una migliore e più efficiente integrazione sul mercato del lavoro dei rifugiati riconosciuti e ammessi provvisoriamente (in allegato trovate i testi e le motivazioni della mozione 17.3270 e del postulato 17.3271).
No a una regolamentazione della procedura applicabile in caso di rifiuto del preventivo
Può accadere che il preventivo venga respinto nel complesso – un’evenienza che per un momento ha rischiato di concretizzarsi nella scorsa sessione invernale, ma così non è stato. Il diritto vigente non disciplina cosa accadrebbe dopo una decisione simile. La CIP del Consiglio nazionale non ritiene tuttavia necessario cambiare la situazione e respinge l’iniziativa parlamentare della Commissione omologa del Consiglio degli Stati con 17 voti contro 5 (17.404 Iv. Pa. CIP-S. Definire la procedura applicabile in caso di bocciatura del preventivo). La Commissione ha constatato che, nei rarissimi casi in cui il processo di preventivazione rischiava di non concludersi in tempo, si è sempre trovata tempestivamente una soluzione pragmatica. Con una regolamentazione, le Camere sentirebbero meno la pressione ad accordarsi e finirebbero per non più cercare soluzioni.
Presieduta dal suo presidente, il consigliere nazionale Heinz Brand (V, GR), la Commissione si è riunita a Berna il 27 e 28 aprile 2017.