La Commissione delle istituzioni politiche del Consiglio nazionale (CIP-N) ha respinto diverse proposte di modifiche legislative con le quali si intendeva contrastare la falsificazione di firme in occasione della raccolta di firme per iniziative e referendum. Essa si dice pertanto contraria, ad esempio, al divieto di raccolta di firme a titolo professionale.

Prima di esaminare diverse iniziative parlamentari, la Commissione ha chiesto al cancelliere della Confederazione informazioni sulle misure adottate finora per contrastare la falsificazione di firme senza che siano necessari adeguamenti legislativi. Tra queste figurano il rafforzamento sistematico dei controlli, la denuncia sistematica dei casi sospetti, lo sviluppo di un monitoraggio delle segnalazioni di casi sospetti nelle raccolte in corso, gli scambi con il mondo scientifico e l'elaborazione di un codice di condotta.

La Commissione si pronuncia contro ulteriori misure che richiedono modifiche legislative. In particolare, ritiene che un divieto della raccolta di firme a titolo professionale vada oltre l'obiettivo perseguito. Con 14 voti contro 10 e 1 astensione, non dà quindi seguito all'iniziativa parlamentare del Gruppo dei Verdi (24.445). La sua attuazione richiederebbe una distinzione difficilmente realizzabile tra organizzazioni che raccolgono firme a titolo professionale e quelle che non lo fanno a titolo professionale. Ci sarebbero molte possibilità di elusione. Secondo la Commissione, anche un obbligo di autorizzazione per la raccolta di firme a titolo professionale, come richiesto dal Gruppo dei Verdi in un'altra iniziativa parlamentare (24.444), porrebbe problemi simili in fase di attuazione. Con 14 voti contro 9 e 1 astensione, la Commissione respinge anche questa iniziativa.

Infine, la Commissione ritiene pure impraticabile la proposta dell'iniziativa parlamentare del consigliere nazionale Bruno Storni (24.450) secondo la quale sulle liste delle firme dovrebbe essere aggiunto il nome del responsabile della raccolta. Ciò renderebbe nulle, ad esempio, le firme correttamente apposte, ma con il nome del responsabile della lista indicato non correttamente. Con 14 voti contro 8 e 3 astensioni, la Commissione si pronuncia contro questa iniziativa.

Le iniziative parlamentari sono state sostenute da diverse minoranze della Commissione. I numerosi casi di falsificazione emersi minano la fiducia nella democrazia e rendono urgente l'esame di misure legislative.

Modifiche della legge federale sui diritti politici

Con il suo disegno di modifica della legge federale sui diritti politici (25.047), il Consiglio federale attua anche diverse mozioni accolte dall'Assemblea federale. Ad esempio, in attuazione di una mozione ispirata alla pandemia di COVID-19, il Consiglio federale ha proposto di ottenere espressamente la competenza di rinviare o annullare le votazioni popolari già fissate. La Commissione ha constatato che la formulazione proposta può creare incertezze e non apporta alcun valore aggiunto, dal momento che tale competenza può essere dedotta già oggi dal diritto vigente. La nuova disposizione è stata quindi respinta con 15 voti contro 7 e 1 astensione.

In attuazione di un'altra mozione, le disposizioni relative all'espressione del voto saranno modificate in modo da consentire alle persone cieche e ipovedenti di votare in modo autonomo nel rispetto del segreto di voto. La Commissione si è espressa all'unanimità a favore di una misura che non solo faciliti, ma renda effettivamente possibile l'espressione del voto da parte delle persone cieche e ipovedenti e ha modificato la disposizione di conseguenza.

Il disegno crea anche la base legale per la raccolta elettronica delle firme (e-collecting) a titolo sperimentale. A maggioranza la Commissione accoglie con favore questi test e approva la disposizione senza modifiche con 15 voti contro 10.

È stata anche attuata la richiesta contenuta in una mozione secondo cui i membri di un comitato d'iniziativa devono indicare solo il loro luogo di domicilio e l'anno di nascita invece dell’indirizzo. Inoltre, sulla base di una mozione accolta, la procedura di ricorso in materia di diritto di voto sarà modificata in modo tale che, per sgravare i Cantoni, i ricorsi con presunte ripercussioni intercantonali possano essere presentati direttamente al Tribunale federale.

Queste modifiche non sono state contestate nella Commissione.

Infine, la Commissione ha deciso di completare l'articolo 10, attuando così la sua iniziativa parlamentare 24.423: in base a tale disposizione, le iniziative popolari pronte per la votazione devono essere sottoposte a votazione popolare in linea di principio secondo la data del loro deposito, mentre i testi contro i quali è stato lanciato il referendum secondo la data del voto finale. In questo modo si evitano manovre tattiche e motivate politicamente da parte del Consiglio federale nell'assegnazione delle date di votazione.

Il progetto così modificato è stato approvato nella votazione sul complesso con 19 voti contro 6.

Sì all’armonizzazione delle frontiere Schengen esterne e interne

Al fine di garantire l'applicazione uniforme delle norme alle frontiere esterne e interne dello spazio Schengen, l'Unione europea (UE) ha adeguato il codice frontiere Schengen. Alcune disposizioni di questo sviluppo dell'acquis di Schengen devono essere recepite nel diritto svizzero affinché siano applicabili (25.032). Le modifiche della legge federale sugli stranieri e la loro l'integrazione (LStrI) riguardano in particolare le disposizioni relative all'attraversamento e al controllo delle frontiere nonché alla reintroduzione dei controlli alle frontiere interne. È i​noltre ripresa nella LStrI la nuova procedura UE per il trasferimento degli stranieri. In tal modo gli Stati Schengen possono trasferire più facilmente gli stranieri che soggiornano illegalmente verso lo Stato Schengen da cui sono entrati. Infine, al fine di tutelare la salute pubblica, il Consiglio federale deve poter ordinare restrizioni d'entrata e altre misure alle frontiere esterne Schengen della Svizzera. Per il resto, la procedura nazionale per la reintroduzione dei controlli alle frontiere interne rimane sostanzialmente invariata e la Svizzera non modifica i propri controlli doganali.

Con 16 voti contro 9, la Commissione è entrata in materia sul progetto relativo alla modifica del codice frontiere Schengen e della legge federale sugli stranieri e la loro integrazione (LStrI) (attraversamento della frontiera, controlli alle frontiere, reintroduzione dei controlli alla frontiera interna [disegno 1]). La Commissione è pure entrata in materia sugli altri due disegni (regolamentazione dell’accesso del DFAE al sistema nazionale di informazione e autorizzazione ai viaggi [N-Etias] e adeguamenti redazionali).

Nella deliberazione di dettaglio la Commissione si è allineata al Consiglio degli Stati e non ha proposto modifiche. Nella votazione sul complesso ha approvato il disegno 1 con 10 voti contro 9 e 3 astensioni. Gli altri due disegni sono stati approvati con 15 voti contro 9.

Legge sul servizio nazionale degli indirizzi: la Commissione mantiene il suo rifiuto di principio

La CIP-N si è chinata una volta ancora sul disegno di legge sul servizio nazionale degli indirizzi (23.039). In occasione delle sessioni primaverili 2024 e 2025, il Consiglio nazionale era entrato in materia sul disegno del Consiglio federale, già approvato dal Consiglio degli Stati, in seguito aveva respinto una proposta della CIP-N di rinviare il testo al Consiglio federale. Durante la deliberazione di dettaglio, la Commissione ha adottato, rispettivamente con 12 voti contro 10 e 3 astensioni e con 17 voti contro 6 e 2 astensioni, due proposte di modifica riguardanti il primato del diritto cantonale al momento della trasmissione dei dati e l’esenzione da emolumenti. Nella votazione sul complesso, la Commissione ha respinto il disegno con 13 voti contro 11 e 1 astensione.

Presieduta dalla consigliera nazionale Greta Gysin (G, TI), la Commissione si è riunita il 14 e il 15 agosto 2025 a Berna.