L'iniziativa popolare era stata lanciata contro la revisione del diritto penale fiscale proposto dell'ex consigliera federale Eveline Widmer-Schlumpf: l'allora ministra delle finanze voleva permettere alle autorità tributarie dei cantoni di esigere dalle banche informazioni anche in caso di sottrazione fiscale e non soltanto di frode.
In consultazione 21 cantoni avevano sostenuto la proposta fatta propria dal governo federale: confrontato con un'ondata di critiche a destra l'esecutivo ha però ritirato il progetto. Lo scorso dicembre entrambi i rami del Parlamento avevano approvato una mozione che chiedeva al Consiglio federale di rinunciare formalmente alla controversa revisione. Un passo volto proprio a far sì che l'iniziativa fosse ritirata.
Con la rinuncia definitiva alla revisione del diritto penale fiscale nell'ultima sessione delle Camere federali l'obiettivo principale degli iniziativisti è stato raggiunto che hanno così deciso di ritirare il loro testo. Oggi la Camera del popolo rinuncerà anche al relativo controprogetto, che gli Stati del resto non hanno mai voluto.
Oltre a ciò, il Nazionale si occuperà di una mozione del "senatore" Filippo Lombardi (PPD/TI) che chiede alle banche di rilevanza sistemica di garantire un conto bancario a tutti i cittadini svizzeri, anche quelli all'estero. Invitando il plenum a bocciare l'atto parlamentare, la commissione preparatoria sostiene che la proposta rappresenta una forte ingerenza nel sistema bancario e nella libertà economica delle banche interessate.
Il Consiglio degli Stati (08.15-13.00) si occuperà invece, a livello di divergenze, della legge d'applicazione dell'iniziativa di Marche Blanche "Affinché i pedofili non lavorino più con fanciulli".
Il testo, accolto il 18 maggio 2014 con il 63,5% dei voti, chiede che chi è condannato per aver leso l'integrità sessuale di un fanciullo o di una persona dipendente sia definitivamente privato del diritto di esercitare un'attività professionale od onorifica a contatto con minorenni o persone dipendenti. La legge d'applicazione riprende queste rivendicazioni.
Le divergenze riguardano in particolare l'età fino alla quale scatta il divieto di lavorare con bambini (16 o 18 anni) e l'elenco dei reati oggetto di un'interdizione di esercitare.