(ats) No alla deducibilità fiscale delle multe inflitte all'estero alle società elvetiche. Lo ha deciso oggi il Consiglio degli Stati per 28 voti a 12, sconfessando la propria commissione preparatoria.

Secondo la commissione, sovente le sanzioni inflitte fuori dai confini nazionali sono motivate politicamente. Da qui la proposta di fare in modo che simili ammende possano essere considerate dei costi e quindi deducibili dalla dichiarazione delle imposte.

Un'opinione non condivisa dal Consigliere federale Ueli Maurer e da una maggioranza del plenum, secondo cui una simile soluzione sarebbe considerata "esotica" all'estero, leggi poco comprensibile.

Inoltre, trattare in modo diverso le ammende inflitte in Svizzera da quelle inflitte all'estero sarebbe contrario al principio della parità di trattamento e violerebbe il senso di giustizia.

Secondo Christian Levrat (PS/FR), e altri oratori, non vi è motivo per creare una differenza di trattamento tra le multe di carattere penale inflitte in Svizzera, non deducibili secondo la proposta del Consiglio federale, e quelle adottate all'estero.

Riferendosi alle sanzioni comminate alle banche elvetiche attive negli Stati Uniti, il "senatore" socialista ha fatto notare che la deducibilità di simili sanzioni viene in ultima analisi "pagata dai contribuenti".

In fondo, come indicato anche dalla sua collega di partito Anita Fetz (BS), "nessuno è obbligato a violare il diritto locale. Simili sanzioni fanno parte del rischio imprenditoriale che l'azienda deve assumersi".

Benché la soluzione del Consiglio federale non sia stata giudicata ottimale, diversi oratori come Konrad Graber (PPD/LU), Isidor Baumann (PPD/UR) e Werner Luginbühl (PBD/BE) hanno invitato il plenum a votare per la minoranza, giudicando "urtante" che un'azienda possa dedurre fiscalmente le multe ricevute all'estero.

Di diverso avviso Ruedi Noser (PLR/ZH) e Hannes Germann (UDC/SH), secondo cui non sono in gioco solo le grandi aziende, ma anche le imprese di media grandezza, che possono incorrere nei rigori della legge senza colpa alcuna all'estero. Penalizzarle due volte sarebbe ingiusto, nonché pericoloso per la loro stessa sopravvivenza. Secondo Noser, ogni caso di azienda sanzionata andrebbe esaminato singolarmente, come avviene in altri Paesi. Dietro ogni multa non sempre vi sono azioni criminali.

Germann ed altri oratori hanno fatto notare che aziende elvetiche sono attive anche in paesi corrotti dove la giustizia sovente agisce con motivazioni politiche e prende decisioni arbitrarie. Per Germann, in una materia sensibile come questa è necessario essere ragionevoli ed avere un occhio di riguardo per l'economia. Insomma, ci sono posti di lavoro che rischiano di andare persi, ha sottolineato Noser.

Intervenendo sul dossier, il ministro delle finanze Ueli Maurer ha ammesso che forse il sistema proposto dal Consiglio federale non è il migliore, ma ha invitato il plenum a seguire la minoranza, nella speranza che forse dal cappello del Nazionale possa uscire una soluzione migliore. Secondo Maurer, la non deducibilità delle sanzioni penali inflitte da autorità estere è prassi in diversi Paesi sviluppati e anche a noi vicini. Una decisione contraria verrebbe considerata "esotica" all'estero, insomma fuori luogo.