"La commissione ha cercato un compromesso accettabile da tutti i grandi partiti, cosa che non era il caso nella precedente riforma", ha spiegato il suo relatore Pirmin Bischof (PPD/SO). Cionondimeno la riforma rimane "importante e urgente", ha sottolineato il ministro delle finanze Ueli Maurer.
Durante il dibattito di entrata in materia la sinistra ha sottolineato che l'introduzione di una componente sociale è criterio indispensabile per l'accettazione della riforma. Così com'è formulata essa permetterà inoltre di correggere almeno parzialmente alcune disposizioni della Seconda riforma dell'imposizione delle imprese, ha affermato Christian Levrat (PS/FR) secondo cui non c'è comunque niente da festeggiare.
Nel centro-destra la componente sociale è invece stata accolta con scetticismo, quasi come un sacrificio per rendere accettabile la riforma. Un suo fallimento avrebbe infatti conseguenze ancora peggiori, ha avvertito Andrea Caroni (PLR/AR). La soluzione proposta è criticabile, ma potrà raccogliere una maggioranza, ha aggiunto Martin Schmid (PLR/GR).
L'udc è invece stato molto più critico. Peter Föhn (UDC/SZ) ha deplorato che la riforma non faccia che riunire due progetti bocciati dal popolo (la RI imprese III e la Previdenza 2020). Per Thomas Minder (indipendente/SH) legare riforma fiscale e AVS è "un'assurdità".
Riforma fiscale
La parte fiscale della riforma - rielaborata dopo la bocciatura in votazione della RI imprese III - prevede l'abolizione degli statuti speciali per le società holding e quelle di gestione invisi all'Unione europea e all'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico. Questi saranno compensati con altri strumenti fiscali volti a preservare la concorrenzialità della Svizzera in ambito internazionale, limitando le perdite fiscali per Confederazione, Cantoni e Comuni.
Così come la RI imprese III, anche la riforma adottata oggi prevede l'introduzione di patent box (ossia strumenti fiscali che consentono un'imposizione privilegiata dei redditi generati dalla proprietà intellettuale) e l'aumento delle detrazioni fiscali previste per spese di ricerca e sviluppo. A differenza del progetto precedente, queste deduzioni dovranno essere incentrate prevalentemente sulle spese del personale.
Lo sgravio fiscale conseguito tramite patent box e deduzioni per ricerca e sviluppo non dovrà inoltre superare il 70%. Con la RI imprese III questo limite era dell'80%.
Capitolo ridistribuzione dell'Imposta federale diretta (IFD), il nuovo progetto prevede di portare dal 17 al 21,2% la quota parte dell'imposta versata ai Cantoni. Questi riceveranno così 990 milioni di franchi in più rispetto alla situazione attuale (il Ticino 33 milioni, i Grigioni 14).
Tra le misure decise oggi figura la proposta - approvata con 25 voti contro 14 e 5 astenuti - di innalzare almeno al 50% l'imposizione cantonale dei dividendi di investitori qualificati a livello cantonale. La minoranza ha invano chiesto di allinearsi alla proposta del governo (70%). A livello federale si è invece mantenuta la versione dell'esecutivo (70%).
Questo punto sarà sicuramente oggetto di forti discussioni al Consiglio nazionale, con la sinistra che tenterà di portare i due tassi al 70% e la destra che vorrà eliminare la soglia minima, che attualmente riguarda solo quattro cantoni.
A differenza del Consiglio federale, i "senatori" non hanno poi voluto rinunciato completamente ai controversi interessi nozionali (deduzione degli interessi fittizi). Hanno così accettato che i cantoni con un'elevata imposizione fiscale possano introdurre la deduzione per l'autofinanziamento.
Secondo le attuali modalità di calcolo, soltanto Zurigo soddisferebbe quest'aliquota fiscale minima. Per introdurre la deduzione per l'autofinanziamento, l'aliquota cumulata dell'imposta nel capoluogo cantonale deve ammontare ad almeno il 13,5% per l'insieme della scala fiscale.
La riforma contiene però anche una concessione fatta alla sinistra. Questa concerne il principio degli apporti di capitale introdotti nel 2011 con la Secondo riforma fiscale e ripetutamente criticati dallo schieramento rosso-verde. Concretamente, le società quotate in borsa potranno ricorrere a questo strumento solo se distribuiscono dividendi imponibili per un ammontare equivalente.
Tutte queste misure dovrebbero permettere ai Cantoni di compensare, almeno parzialmente, la prevista diminuzione del tasso d'imposizione delle imprese. Non è però per il momento possibile sapere esattamente a quanto ammonterà l'ammanco fiscale dovuto alla riduzione delle imposte per le persone giuridiche. Esso dipenderà dalle scelte effettuate dai singoli Cantoni.
Compensazione sociale
Come detto, il nuovo progetto contiene una compensazione sociale: il Consiglio federale aveva proposto un aumento degli assegni famigliari, la commissione preparatoria ha invece ideato un'altra via che rafforza l'AVS, ha spiegato Pirmin Bischof. Questa prevede che ogni franco di tassazione perso in seguito al Progetto fiscale 17 a livello di Confederazione, Cantoni e Comuni venga "compensato" con un franco di finanziamento all'AVS.
Stando alle misure già adottate dalla commissione, il primo pilastro dovrebbe beneficiare di 2,1 miliardi di franchi. In questo modo le casse dell'AVS potranno essere comunque rimpolpate malgrado la bocciatura da parte del popolo del progetto Previdenza per la vecchiaia 2020.
Il calo del capitale del fondo di compensazione AVS potrà così essere rallentato. Esso scenderebbe al di sotto di taluni indicatori soltanto tre-quattro anni dopo. In tal modo il capitale passerebbe all'80% delle spese soltanto nel 2027 e non nel 2023.
I nuovi fondi a destinazione dell'AVS sarebbero finanziati grazie a un aumento dei prelievi salariali e a un aumento dei contributi prelevati dalle casse della Confederazione e dall'IVA. Il "capitolo sociale" della riforma fiscale non si sostituisce comunque alla riforma del settore che dovrebbe essere prossimamente inviata in consultazione dal consigliere federale Alain Berset.
Eventuale votazione tra un anno
Il dossier passa ora nelle mani del Consiglio nazionale che dovrebbe discuterne durante la sessione autunnale in settembre. Una volta concluso l'esame parlamentare, le misure più urgenti potrebbero entrare in vigore rapidamente, le altre il primo gennaio 2020. Se ci sarà referendum, la votazione si terrà in febbraio o maggio 2019, ha detto Bischof.