La revisione realizza tutta una serie di iniziative parlamentari che hanno fatto la spola tra i due rami del Parlamento, col Nazionale un po' meno incline alla trasparenza rispetto alla Camera dei Cantoni.
In futuro, ogni deputato dovrà specificare nel registro degli interessi le proprie attività professionali e, se salariato, precisare funzione e datore di lavoro. Dovrà anche indicare se le attività svolte sono a titolo volontario o remunerate per un somma superiore ai 12 mila franchi. Verrà anche istituito un registro dei viaggi all'estero fatti a spese dell'Assemblea federale.
Il Consiglio federale dovrà poi spiegare le conseguenze sugli Svizzeri all'estero - 700 mila persone, la maggior parte dei quali residenti in Europa e con doppio passaporto, n.d.r. - di ogni cambiamento legislativo. Ciò vale anche per i Comuni, le Città, gli agglomerati urbani e le regioni di montagna.
Al pubblico dovrebbe anche essere garantito un accesso più ampio ai documenti più importanti delle commissioni, le cui deliberazioni sono confidenziali, a meno che non vengano lesi interessi degni di protezione. I collaboratori competenti dei Servizi del Parlamento potranno accedere ai protocolli delle commissioni.
Oltre a questi aspetti salienti del lavoro parlamentare, i deputati hanno apportato piccole correzioni ad altri aspetti meno importanti del loro regolamento. Hanno tuttavia rifiutato l'idea di modificare gli orari delle deliberazioni come anche di "tagliare" la seduta del venerdì dell'ultima settimana di sessione, dedicata a sbrigare le ultime pendenze e ai voti finali.