Accettando il controprogetto, elaborato dalla sua commissione preparatoria, il Nazionale auspica che l'iniziativa venga ritirata. I promotori hanno già promesso di farlo qualora i due rami del Parlamento dovessero accogliere il controprogetto.
L'iniziativa, depositata il 10 ottobre 2016, chiede che le imprese che hanno la loro sede statutaria, l'amministrazione centrale o il centro d'attività principale in Svizzera debbano rispettare, sia nella Confederazione che all'estero, i diritti umani riconosciuti e le norme ambientali internazionali.
Le imprese potranno inoltre essere chiamate a rispondere non soltanto dei propri atti, ma anche di quelli delle aziende che controllano economicamente senza parteciparvi sul piano operativo.
Responsabilità
Il controprogetto approvato oggi non va così lontano, in particolare in materia di responsabilità. Saranno esclusi dalla responsabilità i gestori e dirigenti delle società madri per comportamenti scorretti di società controllate. Inoltre la responsabilità concernerebbe solo i danni alla vita e all'integrità personale o la violazione del diritto di proprietà.
Le imprese non dovrebbero rispondere di alcun danno se provano che hanno preso misure di protezione dei diritti dell'uomo e dell'ambiente previste dalla legge per impedirlo o che non potevano influenzare il comportamento di un'impresa controllata.
Dovere di diligenza
Al centro del controprogetto v'è la definizione del dovere di diligenza. Il consiglio di amministrazione di una società anonima dovrebbe identificare i rischi che rappresenta l'attività di tale società per i diritti umani e l'ambiente, adottare misure e rendere conto.
Dovrebbe pure prendere in considerazione le possibilità d'influenza della società e adoperarsi prioritariamente sulle conseguenze più gravi per i diritti umani e ambientali.
Questa diligenza dovrebbe pure riguardare le ripercussioni delle attività esercitate dalle imprese che controllano la società anonima e sulle attività legate alle relazioni d'affari con terzi. Queste regole sul dovere di diligenza dovrebbero ispirarsi largamente ai principi dell'ONU e dell'OCSE.
Quali imprese?
Il dovere di diligenza dovrebbe applicarsi, da un lato, alle grandi imprese che nel corso di due esercizi consecutivi, superano due dei tre valori seguenti: totale del bilancio di 40 milioni di franchi, giro d'affari di 80 milioni, effettivo di 500 impieghi a tempo pieno in media annua.
Ciò rappresenterebbe circa 670 aziende, ha spiegato Laurence Fehlmann Rielle (PS/GE) a nome della commissione. Una minoranza sostenuta da Lisa Mazzone (Verdi/GE) ha proposto che i valori soglia siano ridotti della metà - ovvero 20 milioni, 40 milioni e 250 impieghi - come auspicavano anche i promotori dell'iniziativa. In questo caso, le imprese interessate sarebbero state 1500. La proposta dell'ecologista ginevrina è stata però bocciata con 141 voti a 57.
Scindere il progetto
Su richiesta di Hans-Ulrich Bigler (PLR/ZH), il Nazionale ha deciso - con 131 voti contro 66 e 1 astenuto - di scindere il controprogetto. Quest'ultimo passerà quindi separatamente al vaglio del Consiglio degli Stati.
Una minoranza avrebbe invece voluto rinunciare del tutto a un controprogetto indiretto e proporre al plenum di stralciare nuovamente dal disegno di revisione del diritto della società anonima le corrispondenti disposizioni. Ma tale proposta è stata ampiamente bocciata.
La Camera del popolo si è infine allineata ad altre proposte fatte dal Consiglio federale nel quadro della revisione del diritto della società anonima. Le grandi società attive nell'estrazione di materie prime e quotate in borsa dovranno dichiarare in un rapporto pubblicato in forma elettronica i pagamenti effettuati a beneficio di governi a partire di 100'000 franchi all'anno, per evitare possibili atti di corruzione.
Il dibattito, interrotto alle 13.00, proseguirà alle 15.00.