(ats) Malgrado un dibattito durato 9 ore il Consiglio nazionale non è riuscito oggi a terminare la revisione del diritto della società anonima. Ha comunque già preso importanti decisioni, in particolare introducendo le cosiddette "quote rosa" e adottando un controprogetto indiretto all'iniziativa popolare "Per imprese responsabili". Tutte le misure approvate devono ancora essere avallate dal Consiglio degli Stati.

"Quote rosa"

In base alle misure adottate oggi, in futuro il 30% dei posti nei Cda delle aziende quotate in borsa dovrebbe essere riservato al "gentil sesso". A livello di direzione tale quota va portata al 20%. Con questa disposizione - adottata con 95 voti a 94 e 1 astenuto - si vuole spingere l'economia ad intensificare gli sforzi per migliorare la rappresentanza femminile nei piani alti.

Non sono tuttavia previste sanzioni. Se gli obiettivi non saranno raggiunti, le circa 250 società potenzialmente interessate dovranno unicamente spiegarne i motivi ed esporre le misure previste per porvi rimedio.

Il tema ha dato adito a discussioni animate in aula con Lisa Mazzone (Verdi/GE) che avrebbe voluto aumentare le quote rispettivamente al 40% e al 30%. Dal canto suo, Natalie Rickli (UDC/ZH) si è detta sorpresa che la misura sia stata approntata da un governo a maggioranza borghese.

Su proposta della stessa Rickli, la Camera del popolo ha poi esteso il periodo transitorio per mettersi in regola da tre a cinque anni per i consigli di amministrazione e da cinque a dieci anni per gli organi di direzione. Lo scopo è dare tempo sufficiente alle società per trovare candidate idonee.

"Iniziativa Minder"

Un altro grosso capitolo della revisione del diritto della società anonima concerne la trasposizione nella legge delle disposizioni previste dall'iniziativa "contro le retribuzioni abusive" che attualmente sono applicate unicamente tramite ordinanza.

Oggi la sinistra ha proposto invano di dare un ulteriore giro di vite. "Occorre evitare gli abusi che hanno spinto i cittadini svizzeri ad accettare l'iniziativa", ha sottolineato Corrado Pardini (PS/BE). Le proposte dello schieramento rosso-verde - come l'introduzione di un rapporto di uno a venti tra la retribuzione più alta e quella più bassa o l'idea di limitare i bonus - sono però tutte state bocciate.

Le disposizioni previste attualmente dall'ordinanza hanno dimostrato la loro bontà e non è necessario spingersi più lontano, ha sostenuto con successo Hans-Ueli Vogt (UDC/ZH). La maggior parte delle aziende vi si è conformata senza problemi. Non occorre chiedere di più e preservare un quadro liberale, gli ha fatto eco la presidente del PLR Petra Gössi (SZ).

"Imprese responsabili"

Il voluminoso dossier comprendeva anche il controprogetto indiretto - approvato con 121 voti contro 73 e 2 astenuti - all'iniziativa popolare "Per imprese responsabili". Quest'ultima chiede che le società con sede in Svizzera - e le loro controllate - rispettino anche all'estero i diritti umani riconosciuti e le norme ambientali internazionali.

Le proposte approvate oggi non vanno così lontano. Saranno in particolare esclusi dalla responsabilità i gestori e dirigenti delle società madri per comportamenti scorretti delle aziende controllate. Il consiglio di amministrazione di una società anonima dovrà comunque identificare i rischi che l'attività della società rappresenta per i diritti umani e l'ambiente e se del caso proporre soluzioni.

Da notare, infine, che, su richiesta di Hans-Ulrich Bigler (PLR/ZH), il Nazionale ha deciso - con 131 voti contro 66 e 1 astenuto - di separare il controprogetto dal resto del dossier. Passeranno dunque separatamente al vaglio del Consiglio degli Stati.

Discussioni interrotte

Le discussioni sono state interrotte alle 19.00, riprenderanno domani mattina alle 8.00. Il Nazionale deve ancora esprimersi in particolare sui diritti e gli obblighi degli azionisti e sulle deliberazioni dell'assemblea generale.