La Camera del popolo ha quindi adottato il compromesso elaborato dal Consiglio degli Stati: la proposta prevede che ogni franco di tassazione perso in seguito alla riforma fiscale a livello di Confederazione, Cantoni e Comuni venga "compensato" con un franco di finanziamento all'AVS. Il primo pilastro dovrebbe beneficiare di 2,1 miliardi di franchi finanziati grazie a un aumento dei prelievi salariali e a un aumento dei contributi prelevati dalle casse della Confederazione e dall'IVA.
Durante le discussioni si è capito che la compensazione sociale è un compromesso necessario per far accettare il progetto, soprattutto dopo che il popolo ha affossato la Riforma III dell'imposizione delle imprese. "È vero che sono state fatte concessioni, ma l'insieme del tessuto economico svizzero sostiene il compromesso", ha aggiunto Christian Lüscher (PLR/GE) che lo ha giudicato "equilibrato".
"Dobbiamo assumerci le nostre responsabilità: è normale attività politica fare concessioni in modo da trovare un accordo con la controparte", ha detto Markus Ritter (PPD/SG). "Una compensazione sociale è la condizione sine qua non per fare in modo che il PS accetti la riforma", ha poi sostenuto Corrado Pardini (PS/BE).
L'udc avrebbe voluto rinunciare ad aumentare i prelievi salariali destinati all'AVS (dall'8,4% all'8,7% del reddito determinante). La pressione fiscale e dei contributi obbligatori è già abbastanza elevata in Svizzera, ha sostenuto, invano, Thomas Matter (UDC/ZH).
Toni Brunner (UDC/SG) avrebbe anche voluto aumentare a 65 anni l'età pensionabile delle donne. "Non c'entra niente con il progetto oggi in discussione", ha replicato Ritter.
Pure respinte le proposte democentriste di ottenere una compensazione finanziaria mediante modifiche della legge sull'asilo, della legge sugli stranieri, dello stralcio del miliardo per la coesione o della riduzione dei contributi all'aiuto allo sviluppo. "È il colmo: piegarsi alle richieste dell'UE di abolire gli statuti fiscali controversi e nei contempo versargli miliardi", ha sostenuto Thomas Aeschi (UDC/ZG).
In questa prima fase di dibattito è pure stata respinta la proposta di scindere in due il progetto: da una parte riforma fiscale, dall'altra finanziamento dell'AVS. Per i Verdi creare progetti legislativi così ingombranti e al limite dell'unità di materia è più che discutibile. "Cosa deve votare un cittadino se è contro gli sgravi fiscali ma favorevole al finanziamento del Primo pilastro?", si è chiesta Regula Rytz (Verdi/BE).
"Separare i progetti significa andare dritti verso la bocciatura popolare", ha replicato Lüscher. "Bisogna spiegare al popolo che si tratta di un compromesso, che A non può essere ottenuto senza B, e viceversa", ha aggiunto il ginevrino convincendo il Nazionale che ha respinto la separazione con 101 voti contro 93 e 3 astensioni.
I dibattiti proseguono. La camera è chiamata ora a definire la parte fiscale del progetto.