Le divergenze tra le due camere non riguardavano i punti principali del progetto, ossia l'abolizione degli statuti speciali per le società holding e quelle di gestione, nonché l'introduzione di una compensazione sociale. Questi erano già stati adottati la settimana scorsa.
Ciò che ha fatto discutere maggiormente i "senatori" oggi era l'obbligo imposto ai cantoni di prendere maggiormente in considerazione i bisogni delle autorità locali nel ridistribuire i proventi dell'Imposta federale diretta (IFD). Alcuni parlamentari hanno chiesto di rinunciare a questo punto in virtù del federalismo.
"È impensabile condurre una riforma fiscale di questo tipo senza tenere in considerazione i bisogni dei comuni, la loro opposizione era del resto uno dei fattori che hanno portato alla bocciatura della precedente riforma" (la Riforma III dell'imposizione delle imprese, ndr), ha però sostenuto, con successo, Christian Levrat (PS/FR).
Un'altra modifica introdotta la settimana scorsa dal Nazionale riguardava il principio degli apporti di capitale introdotti nel 2011 con la seconda riforma fiscale e ripetutamente criticati dallo schieramento rosso-verde. Concretamente, le società quotate in borsa potranno ricorrere a questo strumento solo se distribuiscono dividendi imponibili per un ammontare equivalente. Oggi gli Stati, seguendo quanto deciso mercoledì dalla Camera del popolo, hanno introdotto delle eccezioni per le imprese insediatesi in Svizzera dopo la votazione sulla Riforma II dell'imposizione delle imprese.
Più in dettaglio, la riforma prevede l'abolizione dell'imposizione privilegiata delle holding a altre società internazionali invisa a livello internazionale. Questa sarà compensata da un generale abbassamento del tasso d'imposizione a livello cantonale (ogni cantone deciderà autonomamente) e da altri strumenti fiscali, come i "patent box" (dispositivo fiscale che consente un'imposizione privilegiata degli utili generati dalla proprietà intellettuale) e l'aumento delle detrazioni previste per spese di ricerca e sviluppo. Per evitare una perdita troppo elevata di gettito fiscale, la quota di Imposta federale diretta riversata ai cantoni passerà dall'attuale 17 al 21,2%.
Dopo la bocciatura del precedente progetto - la Riforma III dell'imposizione delle imprese (RI imprese III) - governo e Parlamento hanno inserito una compensazione sociale, destinata a rendere più appetibile la RFFA, in particolare in vista della votazione popolare.
Il Consiglio federale aveva proposto un aumento degli assegni famigliari, il Parlamento ha invece ideato un'altra via che rafforza l'AVS. In futuro ogni franco di tassazione perso in seguito alla riforma fiscale a livello di Confederazione, Cantoni e Comuni verrà così "compensato" con un franco di finanziamento all'AVS.
Il primo pilastro beneficerà in questo modo di 2,1 miliardi di franchi. Questi saranno finanziati grazie a un aumento dei contributi versato dagli assicurati e dai datori di lavori, a un incremento dei contributi prelevati dalle casse della Confederazione e a una diversa ripartizione del gettito proveniente dall'IVA.
L'ultima parola dovrebbe spettare al popolo: i Giovani Verdi hanno infatti già annunciato il lancio del referendum. Anche la Gioventù socialista e le donne socialiste hanno annunciato la loro opposizione.
La votazione dovrebbe tenersi in febbraio o maggio 2019. Se la RFFA sarà approvata, le misure più urgenti entreranno in vigore rapidamente, le altre il primo gennaio 2020.