(ats) Nessuna tassa sui biglietti aerei e 8 centesimi in più al massimo per litro di benzina. È quanto ha deciso oggi il Consiglio nazionale dopo aver ripreso i dibattiti riguardanti la revisione della Legge sul CO2 per il periodo dopo il 2020, allo scopo di applicare gli Accordi sul clima di Parigi. I dibattiti proseguiranno domani mattina.

Entro il 2030 gli importatori di carburanti dovranno compensare fino al 90% delle emissioni di CO2 imputabili ai trasporti. Secondo la maggioranza del plenum, almeno il 20% dovrà essere compensato con misure in Svizzera. Il Consiglio federale proponeva il 15% di compensazione senza fissare alcun tetto per la benzina.

La maggioranza, seguendo la sua commissione e trovando d'accordo anche la ministra dell'energia Doris Leuthard, si è espressa per un aumento massimo di 8 centesimi al litro di carburante. Nel corso della votazione sono state respinte le proposte di minoranza per un aumento maggiore del prezzo della benzina (13 centesimi), come anche la proposta dell'UDC di 5 centesimi al massimo.

Circa i carburanti degli aeromobili, per 93 voti a 88 la maggioranza, come suggeriva la commissione, si è detta contraria a una tassa sui biglietti aerei, giudicando che una simile misura porrebbe grossi problemi al settore, in particolare perché i passeggeri svizzeri potrebbero ripiegare su aeroporti all'estero, opinione quest'ultima condivisa dalla consigliera federale uscente Doris Leuthard.

La minoranza rosso-verde, assieme a diversi PPD, auspicava incrementi oscillanti tra i 12 e i 20 franchi per i voli interni agli Stati membri del Consiglio d'Europa e tra i 30 e i 50 franchi verso altri Stati. Per la minoranza è incomprensibile è che gli aerei siano esentati da una tassa sulle emissioni di CO2, specie ora che volare è diventato molto meno caro e che simile mezzo di trasporto fa concorrenza al treno.

Per Lisa Mazzone (Verdi/GE), è un controsenso non imporre i velivoli. Secondo Roger Nordmann (PS/VD), l'attuale evoluzione del traffico aereo "è insopportabile per il clima" e, per Eric Nussbaumer (PS/BL) l'attuale situazione è un "privilegio incomprensibile".

Stando alla ministra PPD Doris Leuthard, che lascerà l'incarico a fine dicembre, il traffico aereo è responsabile del 2-3% delle emissioni mondiali di CO2 nell'aria. Un balzello supplementare è quindi inutile, tanto più che il settore aereo verrà tassato grazie a un sistema globale messo a punto dalle Nazioni Unite (CORSIA, ossia Carbon Offsetting and Reduction Scheme for International Aviation).

Vi è il pericolo, a detta della consigliera federale spalleggiata da oratori di destra, che le compagnie elvetiche paghino due volte e che i viaggiatori svizzeri optino per altri vettori.

Christian Imark (UDC/SO) ha invitato il plenum a non caricare troppo la legge per evitare proteste simili a quelle dei gilet gialli in Francia. Gli automobilisti, ha rincarato, dovranno già pagare 300 franchi supplementari l'anno col solo rincaro del pieno. Imark ha anche alluso alla possibilità che il popolo, stanco di essere spremuto, possa lanciare il referendum, affossando tutto i progetto.

A detta del deputato solettese, bisogna avere fiducia nelle nuove tecnologie e nella responsabilità dei privati per far diminuire le emissioni di gas serra. È inutile quindi andare a sbattere la testa contro il muro, ha puntualizzato.

Il plenum ha poi deciso che gli importatori che non rispetteranno gli obblighi di compensazione dovranno pagare 160 franchi per tonnellata di CO2 non compensata. Il plenum, con 95 voti a 93, ha optato per una somma minore rispetto ai 320 franchi del progetto governativo. Per le emissioni non coperte da diritti di emissione, il prezzo fissato dal Nazionale è stato di 125 franchi per tonnellata equivalente di CO2, invece di 220 franchi come proponeva il Consiglio federale e la maggioranza della commissione.

Come detto, i dibattiti sono stati interrotti. Riprenderanno domattina: la camera deve ancora decidere in particolare in merito alla tassa sul CO2 per i combustibili e sull'utilizzo dei proventi da essa generati.