(ats) La legislazione sul diritto d'autore va aggiornata agli sviluppi tecnologici e completata con nuove misure per lottare contro la pirateria su Internet. È l'opinione del Consiglio nazionale che è entrato oggi in materia sulla revisione della relativa legge. Per mancanza di tempo - i dibattiti sono stati interrotti a mezzogiorno per i festeggiamenti nei loro cantoni d'origine delle due neo consigliere federali Viola Amherd e Karin Keller-Sutter - la camera non ha potuto terminare l'esame del dossier. Riprenderà domani.

Se la digitalizzazione ha portato notevoli vantaggi per i consumatori, lo stesso non vale per i produttori e creatori di cultura che hanno visto i loro redditi erodersi a causa della pirateria su internet, ha spiegato Min Li Marti (PS/ZH). La nuova legge permetterà di conciliare i diversi interessi in materia.

Le misure previste dal governo sono dirette contro coloro che rendono accessibili in maniera illegale dei contenuti. È previsto di agire sugli hosting provider in Svizzera, ovvero su coloro che mettono a disposizione dei clienti uno spazio su Internet su cui possono salvare informazioni (pagine, siti o applicazioni web).

Sarà compito loro accertarsi che sui loro server non si insedino piattaforme pirata e rimuovere tempestivamente i contenuti lesivi del diritto d'autore. Un provider che crea le condizioni per un rischio particolare di violazione del diritto d'autore deve pertanto premunirsi che i contenuti abusivi rimossi non vengano ripubblicati. Così facendo, non è necessario che il titolare segnali di nuovo la violazione dei suoi diritti.

Oltre alle misure sulla lotta alla pirateria, il progetto governativo prevede che i ricercatori e le biblioteche possano approfittare appieno della digitalizzazione, ossia che possano per esempio utilizzare i loro fondi - musicali, video o libreschi - anche senza un'autorizzazione esplicita del titolare dei diritti.

In poche parole, dev'essere possibile per i clienti delle biblioteche poter visionare spezzoni di film o ascoltare parte di brani musicali senza che l'istituzione che li propone corra pericoli.

Quale contropartita, varie novità migliorano la situazione degli operatori della cultura e dei produttori, riducendo il divario esistente tra l'aumento delle utilizzazioni online delle opere e il ristagno dei compensi versati. A titolo di esempio, le esecuzioni saranno protette per 70 e non più solo per 50 anni.

L'estensione della protezione dà ai produttori più tempo per ammortizzare gli investimenti. Gli operatori della cultura approfitteranno inoltre di una gestione più efficiente dei diritti sui video a richiesta e dell'estensione della protezione per le fotografie (tutte e non solo quelle prodotte dai media). Oggi si possono trovare foto su internet o su libri senza il consenso del fotografo, ha spiegato la consigliera federale Simonetta Sommaruga.

I provvedimenti proposti dal disegno di legge non intendono tuttavia "criminalizzare" i consumatori. Ciò significa, per esempio, che un brano musicale messo a disposizione su internet potrà continuare a essere scaricato, per uso privato, anche senza l'autorizzazione del detentore dei diritti.

Replay-TV

Da notare che il Nazionale non ha ancora avuto il tempo di discutere delle nuove disposizioni sulla Replay-TV. La commissione preparatoria vorrebbe, nella televisione in differita, subordinare la possibilità di saltare la pubblicità al consenso dell'emittente televisiva interessata. Il nocciolo della questione riguarda la destinazione degli introiti pubblicitari.

La fruizione della TV in modalità differita cresce rapidamente e sostituisce gradualmente quella della televisione lineare. Secondo la comunità di interessi Radio e Televisione (IRF) a trarne vantaggio non sono tuttavia le emittenti, quanto piuttosto gli operatori di servizi TV quali UPC, Sunrise e Swisscom.

Secondo quest'ultimi non è invece vero che le reti televisive hanno subito un calo delle entrate pubblicitarie a causa delle trasmissioni in differita. La proposta della commissione, inoltre, indebolisce le emittenti tradizionali contro le nuove piattaforme come Netflix. Nelle scorse settimane anche le associazioni dei consumatori avevano criticato questo emendamento.