Le norme più restrittive sulla Replay-TV - ossia subordinare la possibilità di saltare la pubblicità al consenso dell'emittente televisiva interessata - non figuravano nel disegno di legge del Consiglio federale ed erano state introdotte dalla Commissione degli affari giuridici.
La questione è controversa: le emittenti televisive sostengono di aver subito un calo delle entrate pubblicitarie a causa delle trasmissioni in differita. Accuse respinte dai servizi TV quali UPC, Sunrise e Swisscom.
Questo emendamento porterà alla morte della televisione in differita, ha sostenuto Sibel Arslan (Verdi/BL). Per la basilese, inoltre, i consumatori non devono essere forzati a guardare le réclame. "La prossima tappa cosa sarà, impedire ai telespettatori di andare in bagno durante la pubblicità?", ha chiesto Isabelle Chevalley (PVL/VD).
Primo di esprimersi su tale questione, ha poi aggiunto Andrea Gmür (PPD/LU), bisognerebbe condurre una indagine approfondita: le cifre avanzate, ad esempio, sono contestate. Diversi parlamentari hanno anche affermato che questo non è il momento giusto per discutere del tema: "si tratta di un problema di politica dei media non del diritto d'autore", ha ad esempio sostenuto Christa Markwalder (PLR/BE).
Nessuno vuole vietare la Replay-TV, la questione riguarda unicamente la destinazione degli introiti pubblicitari, ha poi precisato Bernhard Guhl (PBD/AG). "Detto ciò - ha aggiunto - ritengo che il tema debba essere regolato tra le parti e che non deve figurare in una legge".
Grazie alle trasmissioni in differita i grandi gruppi come UPC e Swisscom incassano 250 milioni di franchi all'anno e ne riversano solo 10 alle emittenti, ha però ricordato Matthias Aebischer (PS/BE) a nome della commissione. Le reti televisive vogliono avere voce in capitolo.
"Grazie alle proposte della commissione, i diffusori, che finora rifiutavano il dialogo, hanno accettato di incontrare la controparte", ha poi affermato il socialista bernese. La maggioranza non ne ha però voluto sapere e ha nettamente bocciato le disposizioni proposte con 182 voti contro 6 e 9 astenuti.
Le disposizioni sulla Replay-TV sono comunque solo un aspetto della revisione della legge sul diritto d'autore il cui obiettivo è aggiornare le disposizioni in essa contenuta sul diritto d'autore agli sviluppi tecnologici. L'attuale legge risale al 1992 quando si andava ancora in videoteca a noleggiare videocassette VHS, aveva affermato ieri Philippe Bauer (PLR/NE). La legislazione sarà così anche completata con nuove misure per lottare contro la pirateria su Internet.
La legge prevede di agire sugli "hosting provider" in Svizzera, ovvero su coloro che mettono a disposizione dei clienti uno spazio su Internet su cui possono salvare informazioni (pagine, siti o applicazioni web). Sarà compito loro accertarsi che sui loro server non si insedino piattaforme pirata e rimuovere tempestivamente i contenuti lesivi del diritto d'autore.
I provvedimenti proposti dalla legge non intendono tuttavia "criminalizzare" i consumatori. Ciò significa, per esempio, che un brano musicale messo a disposizione su internet potrà continuare a essere scaricato, per uso privato, anche senza l'autorizzazione del detentore dei diritti.
Oggi il Nazionale ha inoltre esteso - con 132 voti contro 53 e 4 astenuti - la definizione di "uso privato" anche alle utilizzazioni "dinanzi a un gruppo ristretto di persone in aree private di alberghi, appartamenti di vacanza, ospedali o prigioni". "Ieri sera ho guardato un film nella mia stanza d'hotel ed ero solo, è quindi chiaro che si tratta di un luogo privato", ha sostenuto Philippe Nantermod (PLR/VS).
Riferendosi alle stanze degli hotel, Lisa Mazzone (Verdi/GE) ha sostenuto, invece, che si tratta di una attività commerciale e che quindi la tassa sui diritti d'autore è giustificata. La ginevrina ha invano ricordato che mancheranno da 3 a 6 milioni di franchi ai creatori di opere culturali.
Altra novità prevista dalla nuova legge: i ricercatori e le biblioteche possono utilizzare i loro fondi - musicali, video o di libri - anche senza un'autorizzazione esplicita del titolare dei diritti. In poche parole, dev'essere possibile per i clienti delle biblioteche poter visionare spezzoni di film o ascoltare parte di brani musicali senza che l'istituzione che li propone corra pericoli.
Da notare, infine, che il Nazionale ha dato il via libera - senza opposizioni - alla ratifica del Trattato di Pechino sulle interpretazioni ed esecuzioni audiovisive e di quello di Marrakech volto a facilitare l'accesso alle opere pubblicate per le persone non vedenti, con disabilità visive o con altre difficoltà nella lettura di testi a stampa.
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