Il testo, che risale al 1999 e per la Svizzera è entrato in vigore nel 2005, è uno dei protocolli aggiuntivi alla Convenzione sull'inquinamento atmosferico transfrontaliero a lunga distanza della Commissione economica per l'Europa delle Nazioni Unite, che Berna ha ratificato nel 1983.
Essendo direttamente esposta alle emissioni provenienti da altri Paesi, la Svizzera è molto interessata a un accordo efficace volto a contenere l'inquinamento atmosferico in Europa, ha detto il relatore commissionale Benoît Genecand (PLR/GE).
L'obiettivo del Protocollo - a cui hanno aderito 25 Paesi europei, Usa e Canada - è la riduzione del diossido di zolfo, degli ossidi di azoto, dell'ammoniaca e dei composti organici volatili presenti nell'aria, tutte sostanze dannose per la salute dell'uomo e per gli ecosistemi sensibili, ha ricordato Genecand.
Le modifiche al protocollo, del 2012, concernono espressamente salute e ambiente. I requisiti del testo - che riguardano le emissioni di impianti industriali, l'impiego di solventi organici, i gas di scarico di veicoli e macchinari, le emissioni di ammoniaca derivanti dagli allevamenti di animali nell'agricoltura nonché le polveri fini - sono stati adeguati allo stato della scienza e della tecnica.
Il diritto ambientale svizzero in questo ambito - in particolare la revisione di quest'anno dell'ordinanza contro l'inquinamento atmosferico, la Strategia di lotta contro l'inquinamento atmosferico del 2009 nonché la Politica agricola 2014-2017 - già soddisfa le esigenze del rivisto protocollo, ha precisato la consigliera federale Simonetta Sommaruga.