Il motivo di questa insoddisfazione? La decisione del plenum, osteggiata anche dal consigliere federale Alain Berset, di ridurre dal 40 al 30% la rendita per figli nell'ambito dell'Assicurazione invalidità (AI) per incentivare maggiormente a lavorare i genitori con numerosa prole. Il campo rosso-verde si è detto contrario a questa misura che giudica "vergognosa" poiché rischia di creare difficoltà finanziarie a molte famiglie.
La maggioranza del plenum (UDC, PLR, con l'appoggio di diversi PPD e PBD) ha giustificato questo provvedimento con la necessità di risparmi - si calcola 112 milioni per l'AI e 72 milioni per l'AVS - alla luce del debito dell'assicurazione invalidità che, seppur in diminuzione, sfiora ancora gli undici miliardi. Con questa decisione, la maggioranza ha ripescato un'idea che figurava in una revisione precedente dell'AI poi bocciata dal parlamento.
Nel corso del dibattito di ieri, e ancora oggi, Berset ha rammentato che il progetto "Ulteriore sviluppo dell'AI" ha come obiettivo il miglioramento degli strumenti di integrazione attuali che hanno dato buona prova di sé da quando sono stati introdotti, non di tagliare ulteriormente sulle prestazioni.
Le rendite concesse annualmente sono scese da 28 mila nel 2003 a 14 mila nel 2017 e il numero di persone che è stato possibile reintegrare nel mondo del lavoro è salito da seimila l'anno nel 2008 a 20 mila nel 2017, ha sottolineato inutilmente il responsabile del Dipartimento federale dell'interno (DFI).
Il risultato di tutto ciò? Il debito dell'AI nei confronti dell'AVS si è stabilizzato e dovrebbe essere riassorbito completamente nel 2031, ha più volte dichiarato Berset in aula. Ma la maggioranza non si è tuttavia fatta convincere e ha preferito seguire il parere della sua commissione.
Rendite lineari
In sintonia col Consiglio federale e la commissione, il plenum ha poi accolto l'idea di sostituire l'attuale rendita a scatti con un sistema lineare. Con l'attuale modello, secondo il governo molti beneficiari di una rendita non sono motivati a lavorare di più, perché a causa degli effetti soglia il loro reddito disponibile non aumenta.
Anche in questo caso il campo rosso-verde ha tentato di edulcorare il progetto governativo, sostenendo che a farne le spese sarebbero state soprattutto le persone con un tasso di invalidità oscillante tra il 60 e il 69%.
Le rendite già in corso al momento dell'entrata in vigore della modifica di legge saranno calcolate secondo il nuovo sistema al momento in cui da una revisione risulterà una variazione del grado d'invalidità di almeno cinque punti percentuali e se l'assicurato non aveva ancora compiuto 60 anni. La sinistra ha tentato di invano di ridurre tale soglia a 50 anni.
Le rendite dei beneficiari di età inferiore a 30 anni saranno convertite al sistema lineare entro 10 anni. La rendita intera verrà concessa a partire da un grado d'invalidità del 70%, come attualmente.
Nessun obbligo per le grandi imprese
La sinistra non è nemmeno riuscita a convincere il plenum ad obbligare le imprese pubbliche e private a partire da 250 impiegati a riservare l'1% di lavoratori minacciati di invalidità o al beneficio di una rendita.
La proposta è stata respinta con 155 voti a 55 (1 astenuto) con la benedizione dello stesso Berset, secondo cui le misure volontarie adottate in questo campo sono state finora efficaci. Per la destra, provvedimento coercitivi rischierebbero di ottenere l'effetto contrario a quello perseguito.
Migliorare integrazione
Il progetto governativo si propone, come ricordato, di migliorare l'integrazione nella società di bambini, giovani e soggetti affetti da malattie psichiche invece di attribuire loro una rendita di invalidità, dando in tal modo a queste persone una prospettiva di vita e di lavoro.
Nonostante i successi ottenuti con le revisioni precedenti dell'AI, Berset ha dovuto ammettere che vi sono ancora categorie di persone che è più difficile integrare, ossia i bambini (0-13 anni), i giovani (13-25 anni) e gli adulti affetti da turbe psichiche. Insomma, le rendite attribuite a queste persone non scendono come dovrebbero.
Al fine di aiutare meglio l'entrata dei giovani nella vita professionale, il Nazionale ha approvato la possibilità di comunicare all'AI per il rilevamento tempestivo i minorenni già a partire da 13 anni compiuti. La Camera del popolo concorda anche sul fatto che all'AI vengano segnalate le persone che, pur non essendo ancora incapaci al lavoro, sono però minacciate da un'incapacità lavorativa per una durata relativamente lunga.
Per i giovani da 13 a 25 anni che si trovano in una fase delicata che segna il passaggio dalla scuola all'attività professionale, il progetto del governo vuole evitare che questi ragazzi inizino la loro vita di adulti essendo beneficiari dell'AI. In futuro andranno rafforzati il rilevamento tempestivo e il reinserimento socioprofessionale, strumenti che hanno già dato buoni risultati per gli adulti.
Più lavoro, meno rendite
Per rendere più attrattiva l'attività professionale, gli apprendisti non riceveranno più un'indennità giornaliera dell'AI, ma un salario versato dal datore di lavoro. I giovani in formazione potranno poi contare su provvedimenti medici per facilitare il loro inserimento professionale fino ai 25 anni (oggi fino a 20 anni).
Per le persone con malattie psichiche, che necessitano di un sostegno specifico per rimanere nel mondo del lavoro, sarà potenziata l'offerta di accompagnamento e consulenza.
I provvedimenti di reinserimento professionale saranno concessi per un periodo di tempo più lungo e potranno essere adeguati meglio alle esigenze individuali. I datori di lavoro beneficeranno anch'essi di un simile sostegno.
Perizie più eque
In merito alle perizie su mandato dell'AI, secondo il Consiglio nazionale esse devono essere eseguite in modo equo ed efficace. I periti devono essere indipendenti e i colloqui tra i periti e le persone sottoposte a esame dovranno essere messi a verbale. Quest'ultimo aspetto non era incluso nel progetto governativo.
Sempre secondo il plenum, il Consiglio federale dovrà inoltre a emanare criteri riguardo al rilascio di perizie mediche e istituire una commissione - in cui siano rappresentate tutte le cerchie interessate - incaricata di vigilare a livello generale sulle perizie. Queste misure sono state decise per ottenere maggiore qualità.