È quanto ha deciso oggi il Consiglio degli Stati, dopo il Nazionale lo scorso dicembre. Pur avendo bocciato l'iniziativa (31 voti a 12), la Camera dei Cantoni ha approvato il controprogetto del Consiglio federale ( 36 voti a 5). Il dossier va in votazione finale.
L'iniziativa dell'Associazione Svizzera Inquilini (ASI) chiede a Confederazione e Cantoni di "promuovere la costruzione di alloggi a pigione moderata e a evitare progetti speculativi sul poco spazio edificabile rimasto". Il testo prevede inoltre che il 10% degli alloggi di nuova edificazione siano di proprietà di enti pubblici.
Di fronte a questa richiesta, giudicata eccessiva, il Consiglio federale ha proposto un controprogetto indiretto volto a rimpinguare l'attuale fondo di rotazione per l'edilizia abitativa di utilità pubblica - basato sulla legge federale riguardante la promozione dell'alloggio (LPrA) - affinché quest'ultimo possa mantenere a lungo termine l'attuale quota di mercato del 4-5%.
L'iniziativa ha trovato sostenitori a sinistra, secondo cui gli strumenti attuali non sono sufficienti, soprattutto per consentire a giovani ed anziani che vivono in zone periferiche di trovare un alloggio a prezzi accessibili. Paul Rechsteiner (PS/SG) ha sottolineato come anche nelle città sempre più persone facciano fatica a pagare la pigione, pigione che si ritaglia una parte sempre più grande del reddito.
Il "senatore" friburghese Christian Levrat (PS), sostenuto in aula anche da Stefan Engler (PPD/GR), se l'è presa in particolare con la decisione del Consiglio federale, sostenuta dalla commissione preparatoria e dal Nazionale in dicembre, di legare il controprogetto al ritiro o alla bocciatura dell'iniziativa. A suo parere, tale legame è "antidemocratico" e "indegno della nostra camera". Si tratta né più né meno di un "ricatto", ha aggiunto il friburghese.
Per il "senatore" Stefan Engler, questo collegamento restringe la libertà di scelta dei cittadini. Per Levrat, il popolo dovrebbe poter votare sui due oggetti e, mediante una domanda di riserva, esprimersi su quale soluzione preferisce, l'iniziativa o il controprogetto.
Per il consigliere federale Guy Parmelin, questo legame è giuridicamente sostenibile e sensato. Qualora il popolo dovesse accogliere l'iniziativa, infatti, lo strumento del fondo di rotazione non basterebbe più per applicarla. "Ne dovremmo escogitare di nuovi", ha sottolineato il ministro dell'economia, che vanno più lontano dell'intenzione di prolungare il fondo di rotazione per altri dieci anni. In votazione, il plenum ha accolto l'idea di legare i due oggetti per soli 23 voti a 20, segno di un certo malessere tra i "senatori" per un legame giuridicamente non ineccepibile.
Per il consigliere federale democentrista, inoltre, il controprogetto del Consiglio federale rappresenta pur sempre un segnale che il governo prende sul serio le preoccupazioni dei fautori dell'iniziativa, testo che tuttavia va respinto perché va contro il mercato, che finora ha funzionato abbastanza bene, e perché si pone obiettivi irrealistici.
A detta di Parmelin, e di altri oratori, mancherebbero infatti terreni a sufficienza e i promotori pronti a lanciarsi nella costruzione di alloggi a pigione moderata nel volume chiesto dall'iniziativa.
Tra le poche voci fuori dal coro, Philipp Müller (PLR/AG) ha difeso la non entrata nel merito per quanto riguarda il controprogetto governativo visto il surriscaldamento odierno del mercato della costruzione. A parere del consigliere agli Stati argoviese, il prolungamento del fondo di rotazione avviene nel momento sbagliato, quando gli affitti sono tendenzialmente in discesa. "Bisogna evitare lo scoppio di una seconda bolla speculativa dopo quella degli anni '90 che ha messo in crisi il mercato immobiliare per una decina d'anni", ha messo in guardia.
La maggioranza ha tuttavia fatto notare che l'intervento pubblico a favore della costruzione di alloggi a pigione moderata non ha dato luogo finora a problemi di sorta. Vi è necessità di aiutare i giovani e gli anziani, specie in certe zone discoste, ad avere accesso al proprio alloggio. Il sostegno pubblico rappresenta poi solo il 3-4% del mercato, insomma una fetta marginale rispetto all'iniziativa privata.