Concretamente, la modifica della Legge federale sull'assicurazione malattie (LAMal) prevede che, quando il rapporto tra la franchigia di base e i costi lordi medi per assicurato supera quota 1:13, scatterebbe un aumento di 50 franchi di tutte le franchigie, anche quelle opzionali. La franchigia minima salirebbe quindi, non appena entrata in vigore la modifica legislativa, da 300 a 350 franchi.
Da tale meccanismo sono escluse le franchigie per i bambini, e ciò per tener conto del peso, talvolta elevato, dei premi sui bilanci di molte famiglie. Tuttavia, secondo la maggioranza delle Camere l'adeguamento automatico delle franchigie all'evoluzione dei costi - oggi tale competenza è del Consiglio federale, n.d.r. - rappresenta un passo necessario alla luce del forte incremento delle spese sanitarie.
Chiedendo agli assicurati una maggiore partecipazione ai costi, si potrà favorire un comportamento più attento, impedendo visite mediche e ospedaliere superflue. L'aumento della franchigia potrebbe inoltre spingere più persone - oggi solo pochi approfittano di tale possibilità - a cambiare cassa e modificare la propria franchigia, risparmiando così dei soldi.
Di parere opposto la sinistra, secondo cui l'automatismo propugnato dalla maggioranza non è adeguato per controllare i costi sanitari. Nulla prova che questa modifica della legge sia una misura efficace. Si corre anzi il rischio che sempre più persone rinunceranno a farsi curare: già oggi, il 22% della popolazione non va dal medico per timore di dover mettere mano al portafoglio. Questo provvedimento è inoltre socialmente ingiusto e inaccettabile perché colpisce i poveri e i malati cronici e gli anziani. "No" quindi a una medicina a due velocità.