Il gruppo UDC ritiene che il Consiglio federale domani deciderà di sostenere l'intesa negoziata con Bruxelles, esigendo solo qualche precisazione sugli aiuti statali, la direttiva sulla cittadinanza europea e il controllo dei salari. I parlamentari del partito invitano il governo a riflettere sulle conseguenze di questa "non decisione" e a dire "no" a un testo contrario all'indipendenza della Svizzera, piuttosto che dire "si, ma".
Il Consiglio degli Stati ha già previsto di occuparsi del dossier mercoledì prossimo. Nel menu vi è il versamento volontario di un nuovo miliardo di coesione e delle mozioni che vogliono trattative complementari con l'Ue. Il Nazionale tratterà il tema giovedì 20 giugno.
Verdi e Verdi liberali avrebbero dal canto loro voluto discutere del clima. Il gruppo ecologista reclamava delle proposte da parte dell'esecutivo per evitare un riscaldamento del pianeta superiore agli 1,5 gradi. I Verdi liberali spingevano invece per un sistema con cui tassare i carburanti sulle emissioni di CO2.
La sinistra è invece inquieta riguardo alla riduzione dei premi individuali di cassa malattia. Pur non concedendo un dibattito speciale, l'ufficio del Nazionale ha trasformato un'interpellanza del gruppo socialista in interrogazione urgente. Alla fine della sessione il Consiglio federale dovrà dunque rispondere a una serie di domande legate alla totale rinuncia della Confederazione al finanziamento di queste diminuzioni dei premi.
L'esecutivo dovrà inoltre fornire spiegazioni su quindici rivendicazioni per correggere la persistente discriminazione fra generi, che ha condotto allo sciopero delle donne del prossimo 14 giugno. La lista delle preoccupazioni va dall'ineguaglianza salariale all'IVA sui prodotti destinati all'igiene intima, passando per gli stereotipi nei manuali scolastici, la violenza domestica e la doppia discriminazione dei migranti.