La Commissione dell'ambiente della Camera dei cantoni ha già proposto di integrare questo balzello nella revisione della legge sul CO2.
Il Verde liberale bernese si è detto preoccupato del ritardo accumulato dalla Svizzera in materia di protezione del clima. Nella Confederazione le emissioni di CO2 prodotte dal traffico sono rimaste ferme ai livelli del 1990. E quelle dovute al trasporto aereo continuano ad aumentare in modo sfrenato.
Sui voli internazionali, le compagnie aeree non pagano imposte sugli oli minerali e sul cherosene, e i passeggeri non pagano l'IVA sui biglietti aerei. Grossen chiede quindi di introdurre una tassa, un tributo o una tassa d'incentivazione che deve essere calcolata in funzione dell'impatto di ciascun volo sul clima e che si ripercuoterà sui viaggiatori.
Dopo il suo rinvio nel dicembre scorso, la revisione totale della legge sul CO2, che verrà discussa la prossima settimana dal Consiglio degli Stati, prevede una tassa sui biglietti aerei. Essa sarà compresa fra i 30 e i 120 franchi, tranne per i viaggiatori in transito. La tariffa sarebbe inoltre più elevata per i voli a lunga percorrenza. La consigliera federale Simonetta Sommaruga ha chiesto invano ai deputati di attendere le decisioni in merito della Camera dei cantoni.
Automobili
Con 93 voti contro 87 e 3 astenuti, la Camera del popolo ha invece respinto una seconda mozione dello stesso Grossen che chiedeva di non posticipare l'obiettivo prefissatosi di emissioni di CO2 per le automobili. Nel quadro del primo pacchetto di misure della Strategia energetica 2050, si prevede che le emissioni delle autovetture nuove non superino i 95 g di CO2 per chilometro a partire dal 2020. Stando al Verde liberale bernese, questo obiettivo è ancora lungi dall'essere raggiunto.
Con 94 voti contro 89 e 3 astenuti, la Camera del popolo ha pure bocciato una terza mozione di Grossen volta ad abolire le agevolazioni per le automobili ad elevate emissioni di CO2, i cosiddetti "supercrediti". Secondo il bernese, tali "supercrediti" costituiscono degli alibi che hanno consentito, tra il 2012 e il 2015, agli importatori di veicoli ad emissioni particolarmente basse di computare più volte queste vetture nel calcolo della media delle emissioni del proprio parco auto.