(ats) Il Consiglio degli Stati è entrato tacitamente in materia sulla revisione della legge sul CO2. Il suo scopo è di raggiungere gli obiettivi stabiliti nell'Accordo di Parigi sul clima, ossia ridurre le emissioni di gas a effetto serra del 50% entro il 2030 (rispetto al 2006). Tra le misure già adottate figurano norme più severe per i riscaldamenti degli edifici.

Se nessun "senatore" si è opposto, alcuni hanno espresso dubbi, come Roland Eberle (UDC/TG) che ha ricordato come le emissioni della Svizzera sono meno dell'1 per mille di quelle mondiali.

"Anche la Confederazione deve fare la sua parte", ha replicato Pascale Bruderer (PS/AG) ricordando come il progetto in discussione rappresenti per lo schieramento rosso-verde soltanto il minimo accettabile. "Non possiamo certo salvare il clima da soli, ma come possiamo chiedere a una nazione povera di proteggere il clima se non lo facciamo noi che siamo un Paese ricco?", si è chiesto Werner Luginbühl (PBD/BE).

In Svizzera già ora l'aumento è già di 2 gradi

La Svizzera è particolarmente esposta. L'aumento delle temperatura ha già raggiunto 2 gradi dal 1864, una cifre nettamente superiore alla media mondiale, ha sottolineato Damian Müller (PLR/LU) a nome della commissione. "Non fare niente non è un'opzione", ha aggiunto.

"Siamo la prima generazione a sentire gli effetti del riscaldamento climatico e siamo forse l'ultima a poter agire efficacemente contro le emissioni di gas serra", ha sostenuto Müller. Il progetto sul tavolo - ha proseguito il lucernese - è un compromesso che dovrebbe essere in grado di raccogliere una maggioranza in Parlamento e da parte della popolazione in caso di referendum.

Più in generale, diversi oratori hanno ricordato come molta acqua sia passata sotto i ponti da quando lo scorso dicembre il Consiglio nazionale aveva bocciato la revisione della legge per 90 voti a 60 e 43 astenuti: piuttosto che votare una revisione annacquata durante i dibattiti il campo rosso-verde, assieme ad esponenti del PPD e del PBD, aveva preferito affossarla.

A cambiare opinione è stato sopratutto il PLR, che lo scorso anno al Nazionale aveva votato con l'UDC. Oggi durante il dibattito di entrata in materia, i suoi rappresentati si sono sostanzialmente espressi in favore delle proposte della commissione (che sono più incisive rispetto a quelle preconizzate dal Consiglio federale, ndr.): Ruedi Noser (PLR/ZH) le ha definite "pragmatiche". Raphaël Comte (PLR/NE) ha definito la lotta contro il cambiamento climatico come una forma di patriottismo: "se ogni Paese aspettasse che l'altro agisse, non succederebbe nulla".

Verso tassa biglietti aerei e rincaro benzina

Dopo essere entrati in materia, i "senatori" hanno iniziato a analizzare nel dettaglio i vari punti della legge. Come detto, in base al progetto governativo, e nel rispetto degli impegni internazionali assunti dalla Confederazione, la Svizzera dovrebbe ridurre le emissioni di gas serra del 50%, di cui almeno il 60% dovrà essere raggiunto mediante misure interne. La sinistra, sostenuta da alcuni "senatori" PPD, avrebbe voluto aumentare questa quota, ma la proposta di portarla all'80% è stata respinta con 24 voti contro 21.

Per raggiungere gli obiettivi la legge propone diverse misure, come l'introduzione di una tassa sui biglietti aerei compresa fra i 30 e i 120 franchi (tranne per i viaggiatori in transito).

La commissione chiede anche di aumentare la quota di emissioni di CO2 che gli importatori di carburanti devono compensare in Svizzera, portandola dal 15 al 20%. Vuole però limitare la tassa per gli automobilisti, fissando un tetto di 10 centesimi al litro e di 12 a partire dal 2025. In situazioni straordinarie, il Consiglio federale potrebbe inoltre abbassare questo limite.

Durante il dibattito di entrata in materia, l'UDC ha già lasciato intendere che si opporrà a questi nuovi balzelli. Roland Eberle, presidente della commissione preparatoria, ha invitato i colleghi a non farsi influenzare dalle imminenti elezioni federali. "Il progetto non è equilibrato", ha sostenuto.

Contrariamente a quanto avvenuto lo scorso anno al Nazionale, l'opposizione democentrista non dovrebbe però bastare a rendere la legge meno incisiva. Esprimendosi sulla tassa per i biglietti aerei, Beat Vonlanthen (PPD/FR) ha fatto l'esempio delle compagnie low cost: "un volo per meno di 30 franchi per Barcellona o Parigi è assolutamente inaccettabile".

Le discussioni su tutte queste (e altre) proposte sono state interrotte alle 21.00. Continueranno mercoledì quando saranno anche formalmente votate dalla Camera.

Ridurre le emissioni degli edifici

Gli Stati si sono tuttavia già espressi sull'articolo destinato a diminuire le emissioni degli edifici. Dal 2023, in caso di sostituzione dell'impianto di riscaldamento, i vecchi edifici potranno emettere al massimo 20 chilogrammi di CO2 all'anno per metro quadrato di superficie di riferimento energetica. Il valore limite fissato dalla commissione verrebbe inasprito ogni cinque anni. Concretamente, ciò equivale al divieto del riscaldamento a nafta per molti edifici.

Alcuni "senatori", come Hannes Germann (UDC/SH), hanno criticato queste misure poiché, a loro dire, violano l'autonomia dei cantoni. Daniel Fässler (PPD/AI) ha così proposto che queste esigenze venissero introdotte unicamente se gli obiettivi di riduzione delle emissioni del settore (-50% nel 2026) non dovessero essere raggiunti.

"Questa revisione verrà effettuata con i cantoni, non contro di loro", ha replicato la consigliera federale Simonetta Sommaruga. Non bisogna sottovalutare l'importanza dal settore per raggiungere gli obiettivi: le emissioni degli edifici (leggi: riscaldamento, ndr.) rappresentano più di un quarto delle emissioni totali di CO2, ha ricordato il relatore commissionale Müller.

A mo' di compromesso, Konrad Graber (PPD/LU) ha chiesto di esentare i cantoni dall'applicazione delle disposizioni citate per gli edifici cui si applicano norme cantonali di efficienza energetica almeno equivalenti a quelle federali. Da parte sua, Robert Cramer (Verdi/GE) ha detto che "importanti sono gli obiettivi e non la strada che si percorre per raggiungerli".

Al voto la Camera ha approvato la proposta di Graber con 43 voti contro 2 e bocciato l'emendamento Fässler con 31 voti contro 14.