Oltre all'aumento del prezzo dei carburanti di 10 centesimi al litro (12 a partire dal 2025) e una tassa sui biglietti d'aereo compresa fra 30 e 120 franchi, la legge prevede tutta una serie di altre misure. Le principali sono la riduzione del 60% delle emissioni di CO2 in Svizzera, il quasi divieto del riscaldamento a nafta e l'istituzione di un fondo per il clima.
Se il risultato odierno non corrisponde a una sorpresa, esso rappresenta una totale inversione di rotta rispetto allo scorso dicembre quando il Consiglio nazionale aveva bocciato la revisione della legge per 90 voti a 60 e 43 astenuti: piuttosto che votare una revisione annacquata durante i dibattiti il campo rosso-verde, assieme ad esponenti del PPD e del PBD, aveva preferito affossarla.
A cambiare opinione è stato sopratutto il PLR, che lo scorso anno al Nazionale aveva votato con l'UDC. Agli Stati i suoi rappresentati hanno invece sostanzialmente seguito le proposte della commissione, che, detto per inciso, sono più incisive rispetto a quelle chieste dal Consiglio federale.
Benzina più cara
Senza sorprese, uno degli aspetti più discussi oggi è stato il previsto aumento del prezzo della benzina. La legge impone già oggi agli importatori di carburanti di compensare parte delle loro emissioni del CO2. Con la riforma si potrà arrivare fino al 90%. Una quota compresa tra il 15 e il 20% dovrà essere compensata in Svizzera.
La conseguenza sarà un aumento del prezzo dei carburanti alla pompa di benzina, fissata ad un massimo di 10 centesimi, 12 dal 2025. Martin Schmid (PLR/GR) ha chiesto di limitare l'incremento massimo a 10 centesimi anche dopo il 2025: "nell'ottica di un possibile referendum sarebbe meglio non esagerare", ha sostenuto. "Se la benzina costerà troppo, nelle zone di frontiera oltre al turismo degli acquisti ci sarà anche il turismo del pieno", ha aggiunto Hannes Germann (UDC/SH).
Quando si aumenta il prezzo dei carburanti a pagarne lo scotto sono soprattutto le regioni periferiche: nella Svizzera nordoccidentale, ad esempio, l'onere aggiuntivo annuo per persona è del 20% inferiore rispetto al Ticino, ha aggiunto Beat Rieder (PPD/VS).
È senz'altro vero che la popolazione rurale sarà più colpita della popolazione urbana dell'aumento del prezzo della benzina, ma la regione alpina è anche quella più colpita dal cambiamento climatico, ha ricordato Ruedi Noser (PLR/ZH). Insomma, lo zurighese, rivolgendosi al collega Rieder, ha detto che non si può da un lato lamentarsi di essere maggiormente colpiti dal riscaldamento ambientale e dall'altro chiedere eccezioni.
L'incremento, ha aggiunto Werner Luginbühl (PBD/BE), è comunque sopportabile e non raggiungerà mai le cifre annunciate che sono solo dei tetti massimi. Attualmente il limite è 5 centesimi al litro, ma la tariffa effettivamente applicata è di 1,5 cts/litro, ha precisato la consigliera federale Simonetta Sommaruga ricordando che sono gli importatori a fissare le maggiorazioni di prezzo. Al voto la proposta di Schmid è stata bocciata con 28 voti contro 15.
Volare costerà di più
Un altro tema che ha tenuto a lungo occupati i "senatori" è il previsto aumento del prezzo dei biglietti aerei. Concretamente non si tratta di una imposta ma di una tassa, i cui proventi verranno per il 49% versati nel fondo per il clima e per il 51% ridistribuiti alla popolazione, ha spiegato Didier Berberat (PS/NE). Il suo importo, come detto, sarà compreso tra 30 e 120 franchi.
Filippo Lombardi (PPD/TI) - temendo che i viaggiatori si rechino all'estero, ad esempio a Malpensa (I) o a Lione (F), per prendere l'aereo - ha chiesto che l'ammontare della tassa non superi il doppio della media dei balzelli applicati dai Paesi a noi vicini. Scendere sotto i 30 franchi non permetterebbe di ridurre in modo significativo il numero di passeggeri nei voli europei, ha replicato Damian Müller (PLR/LU) a nome della commissione.
Al voto la proposta Lombardi è così stata bocciata con 28 voti contro 15. Con 18 voti contro 16 e sei astenuti, i "senatori" hanno invece adottato un emendamento depositato da Thomas Minder (indipendente/SH) che chiede di prelevare una tassa di 500 franchi sui voli privati.
Fondo per il clima
Tra le altre misure adottate dal Consiglio degli Stati allo scopo di rispettare gli Accordi di Parigi figura, come detto, la creazione di un fondo per il clima. Questi permetterà di finanziare misure di riduzioni a lungo termine delle emissioni di CO2 degli immobili.
Il fondo sarà alimentato da diverse fonti, in particolare i ricavi dalla vendita all'asta dei diritti di emissione e dalle sanzioni relative soprattutto ai veicoli. Vi saranno convogliate anche un terzo delle entrate della tassa sul CO2 (ma al massimo 450 milioni all'anno) e appunto poco meno della metà di quelle sui biglietti aerei.
Anche il settore finanziario sarà chiamato in causa: la revisione legislativa incarica la FINMA e la Banca nazionale di misurare periodicamente i rischi finanziari legati al cambiamento climatico. La proposta di Christian Levrat (PS/FR) di inserire obiettivi vincolanti è stata bocciata con 28 voti contro 15 e una astensione.
Da notare che nella prima giornata di dibattiti, lunedì, i "senatori" avevano già adottato nuove norme destinate a diminuire le emissioni degli immobili. Dal 2023, in caso di sostituzione dell'impianto di riscaldamento, i vecchi edifici potranno emettere al massimo 20 chilogrammi di CO2 all'anno per metro quadrato di superficie di riferimento energetica. Il valore limite fissato sarà inasprito ogni cinque anni. Concretamente, ciò equivale al divieto del riscaldamento a nafta per molti edifici.
Il voluminoso dossier ritorna ora al Consiglio nazionale, che se ne occuperà dopo le elezioni federale del 20 ottobre.