Durante il dibattito al Nazionale, il ministro della sanità Alain Berset aveva criticato l'obbligo fatto ai Cantoni di regolare il numero di dottori, giudicandolo contrario al federalismo. Tuttavia, è stata fatto notare in aula, la maggioranza dei Cantoni limita già il numero di professionisti.
Il plenum, su raccomandazione della sua commissione, ha tuttavia mantenuto altre divergenze con la Camera del popolo. Non ne vuole sapere, per esempio, di uno stop obbligatorio delle autorizzazioni in caso di aumento dei costi superiore alla media in un campo di specializzazione medica poiché lo ritiene troppo restrittivo e, in determinati casi, addirittura controproducente.
A tale riguardo, Alain Berset ha fatto notare che in certi Cantoni i costi per determinati trattamenti possono variare notevolmente da un anno all'altro, e ciò può essere dovuto a uno o due casi particolarmente gravi che si presentano in un determinato momento.
Obbligare i Cantoni a stabilire un blocco per determinati specialisti potrebbe rivelarsi quindi controproducente poiché negli anni seguenti potrebbe ripresentarsi la necessità di rilasciare nuove autorizzazioni. I Cantoni sono i soggetti che meglio di altri conoscono la situazione in loco, ha spiegato il consigliere federale.
Sempre durante il dibattito odierno, i "senatori" non hanno voluto nemmeno conferire agli assicuratori il diritto di impugnare gli atti normativi cantonali sulla limitazione delle autorizzazioni a esercitare. Anche in questo caso, d'accordo con la commissione, Berset ha messo in guardia dalla proposta del Nazionale che potrebbe bloccare l'intero sistema. I Cantoni, ha fatto notare, hanno tutto da guadagnare nel tenere sotto controllo i costi, un obiettivo condiviso anche dagli assicuratori.
Per quanto concerne la vigilanza sui fornitori di prestazioni, il plenum ha ribadito che i Cantoni devono poter sanzionare anche il mancato adempimento degli obblighi in materia di qualità.