In merito a quest'ultimo dossier, il Consiglio nazionale ha seguito gli Stati approvando il principio dell'acquisto dei nuovi jet da combattimento per un massimo di 6 miliardi di franchi. Il decreto votato oggi dai due rami del Parlamento sottostà a referendum facoltativo, un diritto che la sinistra intende far valere.
A suscitare discussioni alle Camere è stato il livello degli affari di compensazione. Alla fine c'è voluta una conferenza di conciliazione per sbrogliare la matassa: gli affari offset sono stati fissati al 60% del valore della commessa, come voleva il Nazionale e il Consiglio federale, e non all'80% come proposto dagli Stati. Tutte le regioni del Paese dovranno venir considerate.
Contributo coesione, sì ma...
Altro tema che ha tenuto occupato per varie sessioni il Parlamento riguarda il contributo di coesione all'Ue di 1,3 miliardi di franchi. Il Nazionale (tranne l'UDC), dopo gli Stati, ha approvato questo credito quale gesto di distensione per riportare un po' di sereno nelle relazioni tra Berna e Bruxelles.
Ma attenzione: il versamento diverrà effettivo solo quando l'Ue ritirerà le misure discriminatorie nei suoi confronti, come la mancata proroga in luglio dell'equivalenza della Borsa svizzera. E, soprattutto, se non ne adotterà di nuove.
Il mancato riconoscimento dell'equivalenza borsistica è stata la risposta dell'Ue alle tergiversazioni del Consiglio federale a causa della mancata firma dell'accordo istituzionale negoziato tra Berna e Bruxelles. Governo e Parlamento vogliono ulteriori chiarimenti in merito alla protezione dei salari, agli aiuti di Stato e alla direttiva sulla cittadinanza, che taluni vedono come fumo negli occhi.
Libera circolazione non si tocca
Il Parlamento ha concluso anche il dibattito sull'iniziativa dell'UDC detta della limitazione, che prevede la disdetta degli accordi di libera circolazione con l'Ue, raccomandando, al pari del Governo, la bocciatura di questa proposta sulla quale il popolo voterà in maggio.
Tranne i democentristi, tutti gli altri partiti sono contrari a questa modifica costituzionale che mette a repentaglio il benessere del Paese e le sue relazioni con Bruxelles. Un "sì" alle urne metterebbe in discussione l'approccio bilaterale con l'UE nel suo complesso (gli accordi Bilaterali I decadrebbero in virtù della clausola ghigliottina).
Genitori e figli gravemente malati
Tra i dossier approvati dal Parlamento figura anche la nuova Legge federale sul miglioramento della conciliabilità tra attività lucrativa e assistenza ai famigliari che prevede fino a 14 settimane di congedo retribuito per i genitori con figli gravemente malati o feriti.
Tale pausa dal lavoro dovrà essere presa nell'arco di 18 mesi e sarà finanziata tramite un'indennità di assistenza, integrata nell'ordinamento di quelle per perdita di guadagno. Le famiglie che affrontano ogni anno situazioni di questo tipo sono circa 4500. Le spese aggiuntive sono stimate in 75 milioni.
Il disegno di legge prevede anche altre misure volte a regolamentare le assenze professionali di breve durata: i genitori avrebbero diritto a un congedo pagato di al massimo tre giorni per evento e dieci all'anno. I costi annuali previsti oscillano tra i 90 e i 150 milioni l'anno.
Collocamenti coatti
A passo di corsa, il Parlamento ha anche deciso, mediante una modifica legislativa, che le persone vittime di collocamenti coatti, cui è stato riconosciuto un contributo di solidarietà a titolo di riparazione, non saranno più penalizzate a livello di prestazioni complementari (PC).
La legge sulle misure coercitive a scopo assistenziale e i collocamenti extrafamiliari prima del 1981 prevede il versamento di una indennità fino a 25 mila franchi a titolo di riparazione. Secondo le disposizioni in vigore, in caso di diritto alle PC tale contributo non viene calcolato quale reddito, però va ad aumentare la sostanza. Risultato: ad alcuni beneficiari è stata ridotta la prestazione complementare.
In futuro, quindi, nel calcolo delle prestazioni complementari all'AVS e all'AI si rinuncerà al computo del contributo di solidarietà quale parte della sostanza e dei proventi da esso generati quale reddito. Le riduzioni delle PC avvenute in passato saranno inoltre revocate e gli interessati rimborsati. L'entrata in vigore della modifica è prevista per il primo maggio 2020.
Protezione civile e servizio militare
Alle Camere si è concluso anche l'iter legislativo riguardante la revisione della legge federale sulla protezione della popolazione e della protezione civile.
La revisione prevede la modifica della durata del servizio obbligatorio nella protezione civile al fine di armonizzarlo con quello militare. L'obbligo di servire comincerebbe al più presto a 18 anni e si concluderebbe al più tardi a 36. La sua durata passerebbe a 245 giorni spalmati su dodici anni sia per la truppa che per i sottufficiali.
Contrariamente al progetto del Consiglio federale, le persone che prestano servizio nella protezione civile (PC) non dovranno effettuarlo secondo il modello della ferma continuata. Sempre stando alla revisione, nel calcolo della tassa di esenzione dall'obbligo militare dovranno essere computati i giorni di servizio prestati a titolo volontario.
Le persone che prestano servizio nella protezione civile non dovranno inoltre essere convocate in caso di catastrofi eccezionali che coinvolgono infrastrutture fondamentali di una regione all'estero.
Preventivo con eccedenza
Come per ogni sessione invernale, i due rami del Parlamento hanno dovuto votare il preventivo della Confederazione. Spesso, in passato, l'intesa tra le due Camere era stata trovata soltanto dopo lunghi tira e molla e c'era voluta una Conferenza di conciliazione per appianare le divergenze.
Quest'anno, forse a causa dell'eccedenza milionaria o per l'elezione di molti nuovi parlamentari, i dibattiti sono stati meno tesi rispetto agli ultimi anni, come hanno dichiarato i relatori commissionali. Non sono comunque mancati appelli per un maggior rigore da parte della destra e per più investimenti da parte della sinistra.
Alla fine il preventivo 2020 della Confederazione uscito dalle discussioni in Parlamento attesta entrate pari a 75,666 miliardi di franchi e uscite per 75'323 miliardi, con un'eccedenza di circa 344 milioni di franchi.