(ats) È fatta per la revisione della legge sul riciclaggio di denaro, pronta per le votazioni finali. Oggi il Consiglio degli Stati ha eliminato l'ultima divergenza col Nazionale, licenziando una norma edulcorata rispetto al disegno governativo: avvocati e consulenti sono stati infatti esclusi dal progetto di inasprimento delle regole in vigore.

La questione dell'esclusione dei consulenti era cruciale e aveva in precedenza rischiato di far fallire la riforma. In prima lettura, i consiglieri nazionali avevano infatti deciso di non entrare in materia a causa delle disposizioni volte a sottoporre tale categoria alla legge. I "senatori" avevano in seguito stralciato i consulenti dal disegno di legge per dare una possibilità alla revisione.

L'inclusione di questa categoria è stata perorata in particolare dalla sinistra sull'onda dello scandalo suscitato dai "Panama Papers" - un "terremoto" che avrebbe messo in luce l'inadeguatezza di alcune disposizioni elvetiche in materia di riciclaggio - e delle successive raccomandazioni del Gruppo di azione finanziaria internazionale (GAFI).

Secondo il campo rosso-verde, avvocati e consulenti possono spiegare come riciclare il denaro, senza essere perseguiti se non partecipano alla transazione. Non hanno peraltro alcun obbligo di denunciare coloro che riciclano il denaro, se ne sono a conoscenza. Con questa sua proposta, il Consiglio federale chiede semplicemente di allinearsi a quanto si fa già nei Paesi vicini. Alla fine l'ha però spuntata il blocco "borghese", secondo cui il progetto consente di soddisfare ben sette delle otto raccomandazioni del GAFI.

Metalli e pietre preziose

La sinistra avrebbe inoltre voluto seguire il Consiglio federale per quanto riguarda i commercianti di metalli e pietre preziose. Stando al progetto governativo, questi ultimi avrebbero dovuto rispettare gli obblighi di diligenza se ricevevano più di 15'000 franchi in contanti nell'ambito di una transazione. Ma anche in questo caso, una maggioranza di centro-destra ha preferito mantenere la soglia a 100'000 franchi.

Sospetto fondato

L'ultima divergenza eliminata oggi tra le due camere riguardava la nozione di "sospetto fondato" che obbliga banche e intermediari a rivolgersi alle istanze antiriciclaggio competenti.

Alla fine l'ha spuntata la versione degli Stati, cui il Nazionale si è piegato, secondo cui si è in presenza di un sospetto fondato se l'intermediario finanziario ha un indizio concreto o più elementi concreti che lasciano supporre che i valori patrimoniali implicati nella relazione d'affari potrebbero provenire da un reato (...) e se i chiarimenti supplementari effettuati (...) lo rendono verosimile o lo confermano".