In casi specifici, insomma, dev'essere possibile accedere al suo cellulare, computer o tablet, come prevede una revisione di legge approvata oggi per 123 voti a 65 dal Consiglio nazionale, da cui si è dissociata una minoranza rosso-verde, che giudica sproporzionata, costosa e poco efficace una simile possibilità concessa alle autorità.
La ricerca di dati nei cellulari o altri supporti deve avvenire col consenso del diretto interessato. Dovrebbe consentire di determinare l'identità della persona in questione, il paese di provenienza e l'itinerario seguito per raggiungere la Svizzera.