Benedikt Würth (Centro/SG), autore della mozione, ha parlato di un "sistema delle indiscrezioni", un fenomeno cresciuto negli ultimi tempi, complice anche la pandemia, che si manifesta prima e dopo le riunioni del Consiglio federale.
A suo avviso non si può più parlare di "casi isolati", ma di un sistema che ha un impatto negativo sui pilastri del sistema politico svizzero come la concordanza, la collegialità e il federalismo, così come sulla difesa degli interessi nei confronti dell'estero. A suo avviso, le sanzioni previste sono insufficienti: ci vogliono "nuovi strumenti" per limitare le fughe di notizie.
La mozione auspica la realizzazione di un'indagine da parte di un organismo esterno che identifichi quali dipartimenti o settori dell'amministrazione sono maggiormente toccati dal fenomeno. Inoltre, il Consiglio federale dovrebbe pubblicare un rapporto annuale sul numero e il contenuto delle indiscrezioni e le procedure aperte.
A nome del Consiglio federale, il cancelliere della Confederazione, Walter Turnherr, ha ammesso che le indiscrezioni sono aumentate negli ultimi tempi, ma non si può parlare di un "sistema". Il governo e l'amministrazione hanno adottato varie misure negli ultimi anni per rendere più difficile e più efficace la punizione delle fughe di notizie. Per esempio, la cerchia delle persone che hanno accesso alla banca dati degli affari di pertinenza del Consiglio federale - specie per quelli considerati segreti - è stata notevolmente ridotta e l'accesso alla banca dati è registrato.
Il Consiglio federale rifiuta misure più severe. Ulteriori meccanismi di controllo, come diritti di accesso più restrittivi, complicherebbero la collaborazione al processo politico tra i dipartimenti e i vari uffici.