(ats) Gli operatori turistici esteri devono essere tassati sul fatturato generato in Svizzera e non sull'intero giro d'affari. Il Consiglio degli Stati ha tacitamente approvato oggi una mozione in questo senso, con la quale si incarica il governo di adeguare la legislazione.

La mozione, originariamente depositata dal consigliere nazionale Erich von Siebenthal (UDC/BE), è già stata accolta dalla Camera del popolo. L'oggetto viene dunque trasmesso al Consiglio federale. Il Parlamento ha già fatto lo stesso con un'altra mozione dai contenuti simili, presentata dal "senatore" Hans Stöckli (PS/BE).

Fino al 31 dicembre 2017, di principio le imprese estere potevano fornire prestazioni esenti dall'IVA sul territorio svizzero se realizzavano un fatturato fino a 100'000 franchi. Dal 1° gennaio 2018, invece, sono assoggettate all'imposta tutte le aziende che, qualsiasi sia la loro cifra d'affari nella Confederazione, ne realizzano una a livello mondiale di almeno 100'000 franchi.

L'obiettivo di tale cambiamento era garantire la parità di trattamento fiscale fra società elvetiche e straniere. Ora però, entrambe le Camere vogliono tornare al passato. Questo perché, è stato notato, gli operatori turistici che in Svizzera conseguono un piccolo fatturato si ritirano dalla piazza elvetica. Diversi casi sono emersi: ciò avviene dato che le tasse e i costi della regolamentazione arrivano a superare i margini.

La mozione non è stata contestata dagli Stati, che hanno rispettato l'indicazione fornita all'unanimità in fase preparatoria dalla Commissione dell'economia e dei tributi.