Secondo la relatrice commissionale Daniela Schneeberger (PLR/BL), la revisione della Legge federale sull'imposta federale diretta (LIFD), che concretizza una iniziativa parlamentare di Christa Markwalder (PLR/BE), riprende un vecchio progetto del Consiglio federale, poi bocciato in votazione, senza tuttavia prevedere l'aumento della deduzione generale per i figli aggiunto dal Parlamento.
È importante mantenere una promessa fatta prima della votazione per favorire una miglior conciliazione tra lavoro e famiglia, ha spiegato Schneeberger. Il figlio, ad ogni modo, deve avere meno di 14 anni e vivere nell'economia domestica di chi garantisce il sostentamento, ha precisato dal canto suo la seconda relatrice commissionale, Sophie Michaud Gigon (Verdi/VD).
Una proposta di minoranza di Thomas Aeschi (UDC/ZG), sostenuta principalmente da esponenti destra, che chiedeva di portare da 6'500 a 8'250 franchi le deduzioni generali per i figli - indipendentemente dalla modalità con cui vengono accuditi - è stata respinta da 104 voti contro 79 e 3 astenuti.
Per Marcel Dettling (UDC/SZ), autore di una proposta di non entrata nel merito poi respinta per 125 voti a 52 e 3 astenuti, il disegno è un affronto per coloro che accudiscono da soli i figli, ricordando inoltre che il popolo ha già parlato e ha deciso di opporsi lo scorso settembre. Infine, ha aggiunto, le famiglie con un reddito più modesto non vengono raggiunte, poiché solo la metà delle famiglie paga l'imposta federale diretta.
Una tesi sostenuta anche da Claudia Friedl (PS/SG), secondo la quale il "no" popolare era dovuto al fatto che "solo i genitori ricchi ne avrebbero approfittato". Secondo l'Amministrazione federale delle contribuzioni (AFC), nel 2017 il 42% di tutte le famiglie non pagavano l'imposta federale diretta e dunque non potrebbero approfittare degli sgravi, sebbene siano quelle che più necessitano di un sostegno, ha affermato Friedl.
Con questo disegno di legge non risolviamo un problema, ma facciamo un passo in avanti, in particolare per le donne con una formazione elevata, ha detto Franziska Ryser (Verdi/SG), chiedendo di lanciare un segnale per le donne e per le famiglie. Diversi oratori hanno poi insistito sulla necessità di favorire una miglior conciliabilità tra famiglia e lavoro.
Ha preso la parola anche la stessa Christa Markwalder, all'origine dell'iniziativa parlamentare. Secondo la liberale-radicale bernese, "è giunto il momento per un altro tentativo". Il progetto del Consiglio federale va ripreso e va approvato in questa forma, ha aggiunto, chiedendo espressamente - riferendosi alla proposta di Aeschi - di evitare di rifare una seconda volta lo stesso errore.
Per il consigliere federale Ueli Maurer, l'iniziativa riprende quanto proposto dal Governo nel 2018. Le modifiche effettuate in seguito dal Parlamento avevano sovraccaricato il progetto, che è poi stato bocciato. Non bisogna "penalizzare il lavoro", ha aggiunto Maurer, ricordando che i 25'000 franchi all'anno non sono un forfait, ma un limite massimo.
"No" popolare lo scorso settembre
Sugli sgravi fiscali per la cura dei figli si era già espresso il popolo lo scorso settembre, respingendo con il 63,24% dei voti l'intero disegno di legge. Il testo prevedeva di portare da 10'100 a 25'000 franchi la massima deduzione per la custodia dei figli da parte di terzi. Dovevano essere portate anche da 6'500 a 10'000 le deduzioni generali per i figli, indipendentemente dalla modalità con cui vengono accuditi. Quest'ultimo punto era stata voluto dal Parlamento che aveva accolto una proposta individuale di Philipp Kutter (Centro/ZH). In seguito era stato lanciato un referendum.