L'accesso a immagini satellitari di alta qualità è indispensabile per attuare una politica globale in materia di sicurezza e per raccogliere informazioni esaustive a fini militari, ha spiegato Rocco Cattaneo (PLR/TI) a nome della commissione.
Tenuto conto della difficoltà di procurarsi rapidamente immagini satellitari di qualità sul libero mercato o per il tramite di offerenti privati, crede che sia necessario partecipare al programma francese di esplorazione delle comunicazioni e che i costi previsti (82 milioni e costi di gestione di 25 milioni per 10 anni, per un totale di 107 milioni) sono giustificati.
Alcuni parlamentari hanno inoltre fatto notare come la partecipazione a un progetto multilaterale possa contribuire a rafforzare la cooperazione fra la Svizzera e i partner europei. Ciò potrebbe anche favorire l'incontro tra il presidente della Confederazione Guy Parmelin e il presidente francese Emmanuel Macron che avrebbe dovuto tenersi in novembre, è stato sottolineato.
Una minoranza composta essenzialmente da deputati ecologisti ha chiesto la bocciatura dell'accordo con la Francia appellandosi a allo squilibrio fra costi e reale utilità e facendo leva sul fatto che non sono state esaminate alternative. Fabien Fivaz (Verdi/NE) ha in particolare criticato l'assenza di una strategia globale a lungo termine per l'acquisizione e l'interpretazione di immagini satellitari, che vada oltre gli aspetti legati alla politica in materia di sicurezza.
Parigi sta attualmente sviluppando un moderno sistema militare di satelliti da ricognizione denominato "Composante Spatiale Optique" (CSO). In questo settore, secondo la consigliera federale Viola Amherd, la Francia è un Paese leader in Europa nella costruzione e nella gestione di satelliti per l'osservazione terrestre. La collaborazione, secondo Amherd, è conciliabile con la neutralità svizzera, poiché la Confederazione riceve solo prestazioni e non fornisce essa stessa valutazioni o dati.