(ats) Estendere l'analisi del DNA di sospetti criminali anche ad altre caratteristiche fisiche visibili come l'età, il colore degli occhi, dei capelli e della pelle nonché la discendenza biogeografica.

Lo prevede un progetto di legge adottato oggi dal Consiglio degli Stati all'unanimità. Il dossier ritorna al Nazionale per l'eliminazione delle divergenze.

In particolare, i "senatori" vogliono che l'estensione delle analisi del DNA a caratteristiche fisiche visibili vada concessa solo per un numero ristretto di reati gravi dal momento che la "fenotipizzazione" - nome tecnico di questo procedimento di analisi - e la ricerca di legami di parentela rappresentano gravi violazioni dei diritti fondamentali.

Un dibattito meno emotivo

Il dibattito alla Camera dei cantoni è stato meno emotivo rispetto alle discussioni al Consiglio nazionale, dove al voto, benché chiaramente favorevole al disegno legislativo del Consiglio federale, il campo rosso-verde ha respinto il progetto.

In aula il PS e i Verdi si erano battuti per introdurre paletti più severi per quanto attiene le procedure per svolgere simili analisi, l'estensione delle analisi e la conservazione delle tracce genetiche, rinfacciando alla maggioranza di centro-destra scarsa sensibilità per la protezione della sfera privata.

Il "no" era stato motivato anche col rischio di profilazione razziale, sull'esempio di un caso concreto avvenuto in Austria dove un simile metodo aveva gettato discredito su determinate categorie della popolazione (in questo caso la popolazione Rom, n.d.r.) poi risultate del tutto estranee ai fatti, poiché le tracce di DNA conservate erano risultate essere contaminate. Il pericolo di stigmatizzare un'interna categorie di persone, sia perché di origine extraeuropea sia per il suo modo di vita, sarebbe insomma reale.

Non un panacea

Di tutto questo oggi si è parlato poco alla Camera dei cantoni, la quale ha però voluto tenere conto di certe preoccupazioni, pronunciandosi, come raccomandava la sua commissione preparatoria, per un catalogo di reati - gravi - ben definito, non lasciando al Governo la possibilità di estenderlo a suo piacimento senza il consenso del parlamento. Simili metodi potranno essere utilizzati in caso di rapina o attentati all'integrità fisica (stupri, omicidi, per esempio), ma non in caso di un semplice furto. Ciò deve valere anche per le caratteristiche ricercate (colore degli occhi sì, ma non forma delle orecchie o il temperamento di una persona).

In aula, sia la destra che la sinistra non hanno espresso obiezioni sui nuovi metodi di analisi di cui ci si servirà solo come ultima ratio, ossia quando una ricerca nella banca dati dei profili genetici non avrà dato esito alcuno e le indagini sono a un punto morto.

A proposito di profilazione razziale, la ministra di giustizia e polizia, Karin Keller-Sutter, ha dichiarato che simili analisi potrebbero rivelarsi anche vantaggiose per certi gruppi di persone. Nel caso di un omicidio avvenuto nei Paesi Bassi, le analisi hanno consentito di scovare l'autore del reato, un agricoltore olandese, quando invece la vox populi aveva preso di mira un centro per richiedenti asilo ubicato vicino al luogo del delitto, ha spiegato.

A determinate condizioni, anche la sinistra ha sostenuto il disegno di legge governativo. Per il professore di diritto penale all'università di Zurigo, Daniel Jositsch (PS/ZH), in caso di reati gravi vanno utilizzati tutti gli strumenti a disposizione per fare chiarezza. A suo parere, nessuno capisce come mai gli inquirenti non possano utilizzare queste tecniche di indagine, il cui uso va comunque attentamente inquadrato. Ciò vale soprattutto quando ci sono di mezzo legami di parentela: queste persone devono poter godere del diritto di tacere, se lo desiderano, come prevedono le norme attualmente in vigore.

Ad ogni modo, diversi oratori come anche la stessa consigliera federale, hanno ammesso che la fenotipizzazione non rappresenta una panacea, ossia un rimedio miracolo, ma è solo uno strumento in grado di circoscrivere il campo di indagine.

Il progetto

Il progetto prevede la modifica della legge sui profili del DNA allo scopo di mettere a disposizione degli inquirenti nuovi metodi d'indagine per crimini gravi. Alcuni di tali metodi sono già in uso, e autorizzati dai tribunali, ma ora andrebbero iscritti nella legge.

Concretamente, dal DNA rinvenuto sul luogo di un crimine gli inquirenti dovrebbero poter risalire non più solo al sesso di una persona, come ora, ma anche ad altre caratteristiche fisiche visibili come l'età, il colore degli occhi, dei capelli e della pelle nonché la discendenza biogeografica.

Il risultato delle analisi dovrebbe poter essere utilizzato unicamente per le indagini riguardanti uno specifico caso e non verrà registrato nella banca dati sui profili genetici.

Nell'esaminare il disegno di legge, gli Stati hanno tenuto conto di questa problematica stabilendo che il ricorso a simili analisi possa avvenire solo per un catalogo specifico di reati gravi contro la vita e l'integrità della persona e di qualche altro reato come ad esempio la rapina, ma non il furto o la ricettazione.

Inoltre, la ricerca di legami di parentela dovrebbe avvenire in maniera sussidiaria e solo se i provvedimenti d'inchiesta cui si è fatto ricorso fino a quel momento sono risultati infruttuosi oppure se, rinunciandovi, le indagini rischiano di risultare vane o l'onere risulterebbe sproporzionato.

Banca dati

Circa i termini di cancellazione dei profili del DNA in caso di sentenza di assoluzione passata in giudicato, di abbandono definitivo del procedimento o di non luogo a procedere, il plenum ha stabilito che tali profili vengano conservati e utilizzati al massimo per dieci anni solo se il tribunale lo decide; per farlo quest'ultimo dovrebbe constatare che, in base a determinati fatti, è possibile che il profilo del DNA risulti in futuro utile all'accertamento di crimini.

No prelievo su suicidi

La Camera dei Cantoni ha anche deciso di vietare il prelievo di campioni di DNA in caso di suicidio. È infatti del parere che mettere in risalto in questo modo i suicidi rispetto agli altri casi di decesso non sia giustificato.

Durante l'esame del progetto al Nazionale, una maggioranza del plenum aveva deciso, contro il parere del governo, che in caso di suicidio il profilo del DNA del defunto potesse essere allestito e confrontato con i profili della banca dati. L'analisi verrebbe eseguita, se necessario, su un sospetto che si è dato la morte dopo aver commesso un grave crimine.