II democentristi chiederanno la non entrata nel merito, come stamane alla Camera dei cantoni . Qualora il plenum dovesse decidere altrimenti, tenteranno di far rinviare il dossier al Consiglio federale affinché il governo consacri questa somma al risanamento dell'AVS.
Due altre proposte di minoranza dell'UDC domandano di condizionare qualsiasi impegno da parte elvetica all'associazione della Svizzera a pieno titolo al programma di ricerca europeo Orizzonte 2020, oppure che l'Ue riconosca l'equivalenza della Borsa svizzera. Una proposta di minoranza di Franz Grüter (UDC/LU) chiede che il decreto federale vena sottoposto a referendum facoltativo.
Il plenum dovrà anche trattare una mozione d'ordine - firmata da diversi esponenti del PLR e del PS - che auspica il rinvio dell'oggetto alla sessione di dicembre.
Rispetto al progetto del Consiglio federale, la commissione preparatoria del Nazionale vuole infatti che, prima che le Camere federali diano il loro "ok" ai fondi destinati alla riduzione delle disparità economiche e sociali nell'Europa allargata, il governo presenti il messaggio sul finanziamento del programma europeo di scambio studentesco Erasmus+.
Un iter travagliato
Le Camere federali avevano accolto nel dicembre 2019 il secondo contributo svizzero al fondo di coesione europeo, pari a 1,3 miliardi di franchi su dieci anni, a condizione che l'UE non adottasse misure discriminatorie contro la Confederazione, come nel caso della mancata equivalenza della Borsa svizzera. L'Ue aveva adottato questo provvedimento per accelerare la finalizzazione dell'accordo istituzionale tra Berna e Bruxelles.
Ma dopo che la Confederazione ha rinunciato alla firma, il Consiglio federale vuole togliere questa condizione e sbloccare il contributo. Berna intende così mostrare a Bruxelles che, nonostante la fine dei negoziati sull'accordo quadro, la Svizzera è un partner affidabile che intende contribuire in modo costruttivo al buon funzionamento di questo partenariato. Per il Consiglio federale, lo sblocco del miliardo di coesione deve anche consentire di fare passi avanti in altri dossier trattati con l'UE.