(ats) Riprendono alle 14.30 i lavori al Consiglio nazionale. Primo tema all'ordine del giorno è l'esame, a livello di divergenze, della revisione della Legge federale sull'assicurazione malattie (LAMal) volta a limitare i costi sanitari (pacchetto 1b).

Malgrado un compromesso approvato la settimana scorsa dal Consiglio degli Stati sulla questione del monitoraggio delle spese, rimane infatti una divergenza riguardo alla possibilità per lo Stato di intervenire.

La Camera del popolo affronterà poi l'iniziativa popolare "Per il futuro della nostra natura e del nostro paesaggio (Iniziativa biodiversità), che vuole obbligare Confederazione e Cantoni a proteggere la biodiversità e il paesaggio e a farne un uso parsimonioso. A tal fine, chiede che vengano messi a disposizione più fondi pubblici.

Il governo si è detto d'accordo sul fondo, ma pensa che il testo limiterebbe in modo eccessivo il margine di manovra di Confederazione e Cantoni. Ha dunque deciso di contrastarlo con un controprogetto indiretto, ossia tramite una revisione della legge sulla protezione della natura e del paesaggio (LPN).

Punto centrale di tale controprogetto, che tiene anche conto degli obiettivi di politica energetica, è garantire lo spazio necessario ad animali e piante. A tal fine, l'esecutivo vuole che il 17% del territorio nazionale venga definito come zona di protezione della biodiversità. Attualmente, la quota di queste aree è pari al 13,4%.

Il Consiglio degli Stati (dalle 15.15) affronterà da parte sua, a livello di divergenze, la revisione della Legge sugli embarghi. Contrariamente al Nazionale, la Commissione della politica estera del Consiglio degli Stati ritiene che la Svizzera non dovrebbe imporre sanzioni autonome contro persone coinvolte in gravi violazioni del diritto umanitario internazionale o dei diritti umani.

Attualmente, la Svizzera può adottare misure restrittive decretate dall'ONU, dall'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE) o dai suoi principali partner economici, così come prevede la Legge sugli embarghi. Se vuole andare oltre, il Consiglio federale deve affidarsi alla Costituzione. E queste sanzioni sono limitate nel tempo.

Il Consiglio federale ha proposto una riforma che gli consentirebbe di adottare autonomamente misure coercitive se gli interessi del Paese lo richiedessero. Ciò non solo per gli Stati, ma anche per gli individui e le aziende. Finora il Parlamento ha ampiamente accettato di concedere questo ulteriore margine di manovra al governo, purché le imprese svizzere non vengano svantaggiate.

Ma a giugno il Consiglio nazionale è andato oltre chiedendo la possibilità di sanzioni autonome contro persone o entità coinvolte in violazioni del diritto internazionale umanitario o dei diritti umani o in qualsiasi altra forma di atrocità. Eventualità, questa, come detto bocciata dalla commissione preparatoria degli Stati.