(ats) Referendum permettendo, la Svizzera raggiungerà la neutralità climatica entro il 2050. È quanto prevede il controprogetto all'iniziativa popolare "Per un clima sano (Iniziativa per i ghiacciai)" approvato oggi dal Consiglio nazionale, che ha eliminato tutte le divergenze emerse dopo il passaggio agli Stati. Il dossier è così pronto per le votazioni finali.

Per riuscire a raggiungere l'obiettivo, il Parlamento ha deciso di sbloccare 2 miliardi di franchi per il risanamento energetico degli edifici e altri 1,2 miliardi per sostenere il settore industriale. Il previsto obbligo di installare pannelli solari sugli edifici di nuova costruzione, approvato e poi scorporato in un disegno separato, sarà invece trattato dal Nazionale più tardi.

Più in dettaglio, la nuova "Legge federale sugli obiettivi di protezione del clima" contiene l'obiettivo delle emissioni nette pari a zero. Ciò significa che entro il 2050 le emissioni di gas serra dovranno essere ridotte il più possibile, mentre le emissioni residue dovranno essere sottratte dall'atmosfera attraverso le cosiddette "emissioni negative". Contrariamente all'iniziativa, la controproposta non cita esplicitamente alcun divieto di vettori energetici fossili e prende in considerazione la situazione particolare delle regioni periferiche e di montagna.

Edifici

Tra le misure concrete previste dal controprogetto spiccano i 200 milioni di franchi all'anno per un periodo di dieci anni destinati alla sostituzione di impianti di riscaldamento con carburanti fossili e alla promozione dell'efficienza energetica degli edifici. A questo settore - e a quello dei trasporti - è poi stato imposto l'obiettivo di emissioni di CO2 pari a zero.

Oggi l'UDC si è nuovamente battuta contro questo sostegno al risanamento degli edifici. "La decarbonizzazione implica aumento del consumo di elettricità proprio quando siamo in piena crisi energetica", ha sostenuto Mike Egger (UDC/SG). Si va insomma dritti verso il blackout, ha aggiunto. Il sangallese ha poi spiegato che la dipendenza dall'estero non diminuirà puntando sul fotovoltaico: i pannelli solari sono infatti prodotti in Cina.

Il problema d'approvvigionamento concerne il gas, ha replicato la consigliera federale Simonetta Sommaruga ricordando come sia Putin che sta chiudendo i rubinetti. Per le energie fossili siamo dipendenti dall'estero, adesso ci stiamo rendendo conto di cosa ciò significa, ha aggiunto.

Gli investimenti previsti dal progetto permetteranno di ridurre lo spreco energetico, ha ancora affermato Sommaruga. "Considerato gli 8 miliardi che spendiamo ogni anno per acquistare energie fossili, penso che l'investimento proposto ne valga la pena", ha concluso convincendo la grande maggioranza del plenum che l'ha seguita con 117 voti contro 67 e 4 astenuti.

Industria

Altro elemento contenuto nel controprogetto, già adottato nelle precedenti sedute: la riduzione delle emissioni del settore industriale del 90% entro il 2050. Anche qui è previsto un sostegno federale tramite un programma di promozione delle tecnologie nel settore industriale. L'impegno finanziario è pari a 1,2 miliardi di franchi spalmati su sei anni. Infine, la legge prevede che i flussi finanziari possano, tramite convenzioni, venir indirizzati verso investimenti rispettosi del clima.

Fotovoltaico

Come detto, oggi il Nazionale non ha discusso dell'obbligo di installare pannelli solari sui nuovi edifici, obbligo introdotto dal Consiglio degli Stati. "La commissione non ha avuto il tempo di terminare le discussioni su questo disegno", ha spiegato il suo relatore Roger Nordmann (PS/VD). "Lo farà giovedì", ha aggiunto.

L'iniziativa

L'iniziativa "per i ghiacciai" - già respinta dal Nazionale in marzo con 99 voti a 89 e 4 astenuti, gli Stati non l'hanno ancora votata - chiede che a partire dal 2050 la Svizzera non emetta più gas serra di quanto i serbatoi naturali e tecnici di CO2 ne possano assorbire. Il testo prevede anche che entro tale data andrebbero vietati i combustibili fossili. Eccezioni sarebbero ammesse solo per applicazioni tecnicamente non sostituibili.

L'iniziativa popolare è stata depositata nel novembre 2019 con 113'824 firme valide. La proposta di modifica costituzionale, lanciata dall'Associazione svizzera per la protezione del clima, è sostenuta da organizzazioni ambientaliste, chiese e ricercatori. Questi hanno già detto di essere soddisfatti dal controprogetto e potrebbero pertanto ritirare il loro testo.

Controprogetto diretto

Da notare che in marzo il Nazionale aveva approvato il controprogetto diretto proposto dal Consiglio federale. Si era trattato principalmente di uno stratagemma per guadagnare tempo, per non porre subito l'iniziativa in votazione.

Tre mesi fa, infatti, era già chiaro che la soluzione sarebbe arrivata dal controprogetto indiretto, che allora era però ancora in fase di gestazione da parte della commissione parlamentare competente. Nel frattempo anche il governo ha rinunciato alla sua controproposta a favore di quella elaborata dal Parlamento.