Come ricordato dall'autrice di una delle due mozioni, la "senatrice" Esther Friedli (UDC/SG), le persone ammesse provvisoriamente sono state respinte dalla Svizzera ma autorizzate a restare poiché l'allontanamento è inammissibile (violazione del diritto internazionale pubblico), inesigibile (pericolo concreto per l'interessato) o impossibile (motivi tecnici).
Come il nome "provvisoria" suggerisce, l'ammissione di tali persone deve però essere breve, ha detto la sangallese. L'interessato dovrebbe essere espulso non appena possibile. Tuttavia, se una persona ammessa provvisoriamente fa giungere la sua famiglia in Svizzera, diminuiscono le probabilità che lasci il nostro Paese. Il sistema permette così ogni anno l'arrivo in Svizzera di molti immigrati che non avrebbero diritto di soggiornarvi, ha sostenuto Friedli.
Le condizioni del ricongiungimento familiare, ha replicato Stefan Engler (Centro/GR) a nome della commissione, sono già oggi molto restrittive. Per presentare una domanda, chi detiene un permesso F dopo aspettare tre anni e dimostrare che non dipenda dall'aiuto e che siano soddisfatte determinate altre condizioni.
Engler ha poi ricordato che il diritto al ricongiungimento familiare, che concerne unicamente il coniuge e i figli, è garantito della Costituzione federale e dalla Convenzione europea dei diritti dell'uomo (CEDU). Contrariamente a quanto possa far pensare il nome dello statuto, inoltre, la grande maggioranza degli stranieri ammessi provvisoriamente rimane in Svizzera stabilmente. Insomma, più è lungo il soggiorno, più è problematico tenere separate queste persone dalle loro famiglie, ha sostenuto con successo il grigionese.