Lo ha dichiarato oggi ai media la presidente della CTT-N, Edith Graf-Litscher (PS/TG), spiegando che i problemi sono di mera natura tecnica e che i rappresentanti delle parti coinvolte non hanno detto nulla, anche perché non obbligate, circa eventuali penali che Bombardier dovrebbe pagare alle FFS per i ritardi accumulati.
La CTT-N, non essendo né un tribunale né un organo di sorveglianza, ha chiesto alla commissione della gestione di esaminare il mandato e il rischio finanziario di tutta l'operazione, ha aggiunto la consigliera nazionale.
Le FFS nel 2010 hanno ordinato a Bombardier 62 treni di tipo FV-Dosto per un valore di 1,9 miliardi di franchi (il più grosso contratto nella storia delle ferrovie svizzere). I primi convogli avrebbero dovuto essere forniti a partire dal 2013.
Secondo il consigliere nazionale argoviese Ulrich Giezendanner (UDC), intervistato dal SonntagsBlick all'inizio di gennaio, il produttore canadese dovrebbe pagare alle FFS 500'000 franchi per ogni convoglio e per ogni settimana di ritardo (circa 600 milioni di franchi). Queste cifre sono state smentite nel frattempo da Bombadier.
In una seduta precedente, ha ricordato Graf-Litscher, la CTT-N si era detta preoccupata dei ritardi, specie per gli utenti dei trasporti pubblici, di quanto stava accadendo e inoltrato alle parti un catalogo di 54 domande a cui è stato risposto per iscritto.
Durante la riunione odierna di due ore con rappresentanti delle FFS, dell'amministrazione e della ditta appaltatrice si è discusso anche delle risposte ottenute, giungendo alla conclusione che i problemi sono di natura tecnica e che "le parti s'impegnano a cooperare in maniera costruttiva per risolvere al più presto i problemi nell'interesse dei clienti delle ferrovie, tra cui i figurano anche i disabili", ha sottolineato la consigliera nazionale socialista.
Per quanto attiene al ruolo dell'amministrazione, quest'ultima non ha un influsso diretto sul mandato, ma l'obbligo di fornire garanzie per un'infrastruttura all'altezza dei nuovi convogli, ha affermato la deputata turgoviese.
In un'intervista pubblicata il 18 di gennaio da vari quotidiani del gruppo CH Media, il direttore di Bombardier svizzera, Stéphane Wettstein, aveva ammesso l'esistenza di malfunzionamenti che non riguardavano la sicurezza, ma sostanzialmente le porte di accesso ai vagoni, le porte scorrevoli e il software del convoglio.
Wettstein aveva dichiarato che, nonostante la fase di introduzione non si stesse svolgendo in modo ottimale, l'FV-Dosto non era un treno in avaria. Egli aveva aggiunto che Bombardier non era responsabile di tutti i problemi. "Se una parte è dovuta al materiale rotabile, un'altra è in relazione alla rete ferroviaria", aveva spiegato il manager.
In un comunicato dello scorso 10 gennaio le FFS avevano affermato che l'affidabilità di FV-Dosto nel primo mese di esercizio era da considerarsi inaccettabile.