Scienza e politica sono interdipendenti: da un lato, il Parlamento svizzero si avvale del supporto di esperti scientifici e consulenti esterni nell’ambito della propria attività legislativa e dell’alta vigilanza che esercita sul Governo e l’Amministrazione; dall’altro, i settori della formazione, della scienza e della ricerca necessitano di risorse finanziarie e di condizioni quadro legittimate democraticamente per restare competitivi a livello internazionale. Questa interdipendenza rende la relazione tra le due sfere particolarmente complessa: la libertà nella ricerca e l’accettazione sociale condividono un terreno di incontro e di scontro.​

L’essenziale in breve

  • Sin dal 1848, ossia dalla nascita dello Stato federale, Parlamento e scienza intrattengono una relazione di reciproco arricchimento.
  • Il Parlamento ha promosso il settore della formazione, non da ultimo istituendo i politecnici federali e introducendo l’obbligo scolastico nella Costituzione del 1874.
  • Molti elementi architettonici del Palazzo del Parlamento testimoniano questa stretta relazione.
  • Dalla metà del XX secolo le evidenze scientifiche hanno un impatto crescente sulle decisioni politiche, consentendo alle Camere di svolgere il proprio lavoro in modo più efficiente e mirato.

Come il Parlamento ha spianato la strada alla ricerca d'eccellenza

Nella sala del Consiglio nazionale lo stemma del Comune di Liechtensteig nel Toggenburg (SG) ricorda il luogo di nascita dell’illustre scienziato svizzero Jost Bürgi. Matematico e astronomo, Bürgi, che tra le altre cose introdusse il secondo come unità di tempo e scoprì i logaritmi, è motivo di orgoglio per il suo Comune di origine in quanto uomo dotato di un talento matematico e tecnico universale. Circa 450 anni fa, Bürgi lavorò come ricercatore a Praga per conto di Guglielmo IV d’Assia-Kassel e dell’Imperatore Carlo II. Oggi, ogni quattro anni il Parlamento svizzero discute e approva i crediti per la formazione e la ricerca; a settembre 2024 ha stanziato 29,2 miliardi di franchi per il prossimo quadriennio.

Dalla nascita del moderno Stato federale, nel 1848, la relazione tra Parlamento e scienza ha avuto un forte impatto sul legislatore. Già nella prima sessione parlamentare del 1848, durante la discussione in merito all’istituzione di un’Università federale il discorso sullo sviluppo scientifico si intrecciò con quello sullo sviluppo nazionale. Gli investimenti della Confederazione nei politecnici federali (PF) segnarono l’inizio di uno stretto legame tra politica, scienza e industria che fu decisivo per l’evolversi della società svizzera. Queste basi politiche hanno costituito il quadro di riferimento per la crescita costante dei PF, oggi tra i principali istituti di formazione e ricerca al mondo.

Il Parlamento istituì ufficialmente i PF nel 1854, ma nei Cantoni conservatori non mancarono le riserve nei confronti della posizione di dominio assunta dalla Confederazione nell’assetto dello Stato federale del 1848. Questo frenò la promozione della formazione e della scienza a livello nazionale, tanto più che già da secoli esistevano Università cantonali, come per esempio quella di Basilea, fondata nel 1460. Soltanto a partire dagli anni Settanta del 1800 iniziò a diffondersi tra i Cantoni un forte senso di appartenenza e si fece strada la consapevolezza che, per una crescita efficiente del Paese, le autorità federali dovevano assumere più competenze e diritti. Ma fu solo con la revisione totale della Costituzione federale nel 1874 che il Parlamento introdusse l’obbligo scolastico per tutti i bambini in Svizzera. Nella nuova Costituzione federale venne inoltre sancito che l’istruzione primaria rientrava nella competenza dello Stato, era gratuita e aconfessionale.

Completato 28 anni dopo, il Palazzo del Parlamento è l’emblema dei risultati più importanti della prima revisione totale della Costituzione federale, in particolare dello stretto legame tra il potere legislativo e l’istruzione. Un grande medaglione nella Sala della cupola simboleggia il sistema educativo svizzero ergendolo a una delle colonne portanti della Svizzera moderna. Nella raffigurazione si vede una donna in abito di foggia antica che insegna ai suoi alunni a leggere, scrivere e a capire il mondo. Essa incarna l’idea dell’istruzione come garante della promozione della saggezza.


Nella sala della cupola, il sistema educativo è raffigurato come garante della promozione della saggezza.​


Nella Sala dei passi perduti un dipinto sul soffitto è dedicato alla scienza e alla tecnologia. Una figura femminile simboleggia i filoni industriali basati su queste discipline. Intorno a lei sono disposti una ruota dentata, una fiaschetta di vetro, una macchina fotografica e una mappa. Nella mano tiene un voltmetro a scintilla, che simboleggia l’innovazione tecnologica. Un secondo dipinto sul soffitto è dedicato all’istruzione: quattro putti con corone di alloro portano un libro aperto sulle cui pagine figurano i nomi dei pedagogisti Jean-Jacques Rousseau e Johann Heinrich Pestalozzi.


Il dipinto del soffitto sul lato sud nella Sala dei passi perduti, che raffigura le scienze naturali e la tecnologia.


Lo stretto legame tra Parlamento e scienza si estende tuttavia oltre la mera promozione scientifica da parte del legislatore. Dalla metà del XX secolo le evidenze scientifiche hanno un impatto sempre più rilevante sulle decisioni politiche. Dal 1966 la legge sul Parlamento dà alle commissioni la possibilità di far capo a periti esterni, cosa che in realtà accadeva saltuariamente già prima di questa data per consentire loro di adempiere compiutamente ai propri compiti. I collaboratori dei Servizi del Parlamento conducono inoltre ricerche scientifiche e preparano le sedute con la massima cura, affinché i parlamentari possano svolgere il proprio lavoro nel modo più efficiente e proficuo possibile. Apportano così un contributo importante al buon funzionamento del Parlamento. Oggi i periti sono coinvolti in diversi ambiti dell’attività parlamentare, per esempio nel Controllo parlamentare dell'amministrazione (CPA), il servizio di valutazione dell’Assemblea federale, che svolge indagini scientifiche rigorose sulla legalità, l’opportunità e l’efficacia delle attività delle autorità federali.

La scienza riveste quindi un ruolo chiave nell’ambito legislativo. Le evidenze scientifiche confluiscono nel processo decisionale e politico attraverso il dialogo diretto con esperti interni ed esterni, nonché con i membri delle commissioni, che possono essere essi stessi esperti in settori specifici. Tutto ciò è testimoniato simbolicamente dal Palazzo del Parlamento in quanto anfitrione della scienza: l'assegnazione dei tre più importanti premi scientifici svizzeri (i premi Balzan, Marcel Benoist e Latsis) nella sala del Consiglio nazionale non solo rende omaggio a traguardi scientifici d’eccezione, ma sottolinea anche il legame consolidatosi storicamente tra Parlamento e scienza. Le cerimonie di premiazione evocano il profondo rapporto di reciproco arricchimento che ha caratterizzato queste due sfere sin dalla nascita dello Stato federale.

Il Parlamento, anfitrione della scienza

Nella sala del Consiglio nazionale vengono periodicamente conferiti prestigiosi premi scientifici: il premio Balzan, il premio Marcel Benoist e il premio Latsis. Questi premi commemorano risultati scientifici straordinari ed evidenziano il legame tra Parlamento e scienza.

Premio Balzan

La cerimonia di consegna del premio Balzan si svolge ad anni alterni a Roma e a Berna durante il mese di novembre. A Roma viene celebrata tradizionalmente alla presenza del presidente della Repubblica Italiana e a Berna nella sala del Consiglio nazionale a Palazzo federale alla presenza del presidente del Consiglio nazionale e di quello della Confederazione. Con questo premio, del valore di 750 000 franchi, la Fondazione Balzan insignisce ogni anno dal 1961 personalità di spicco nei settori della scienza, dell’arte e della cultura. Inoltre, a intervalli compresi da tre a sette anni, assegna un premio di un milione di franchi per iniziative a favore della pace.

Premio Marcel Benoist

Dal 1920 la Fondazione Marcel Benoist assegna l’omonimo premio svizzero del valore di 250 000 franchi per meriti in ambito scientifico. Questo importante riconoscimento ricompensa ricercatori d’eccezione che hanno svolto il proprio lavoro prevalentemente in Svizzera e hanno fornito importanti contributi alla scienza e alla società. È interessante notare che a ben undici vincitori di questo premio è in seguito stato conferito anche il premio Nobel.

Premio Latsis

Il premio Latsis è assegnato a ricercatori di età inferiore ai 40 anni che operano nel campo della scienza e il cui lavoro si caratterizza per singolarità e qualità eccelsa. Ricompensa con un importo di 100 000 franchi risultati scientifici particolarmente significativi nella ricerca di base.