Con 16 voti contro 9, la Commissione della politica di sicurezza del Consiglio nazionale (CPS-N) è ritornata sulla sua prima decisione di entrare in materia sulla legge sulla sicurezza delle informazioni (17.028). Con lo stesso risultato ha ora deciso di non entrare in materia. Una sua minoranza propone invece l’entrata in materia.

​Nella sua precedente seduta la Commissione era entrata in materia sul relativo disegno di legge (17.028), ma aveva incaricato il DDPS di fornirle – in vista della deliberazione di dettaglio – una valutazione più precisa riguardo alle ripercussioni finanziarie e sul personale del progetto. Sulla base di queste informazioni aggiuntive, la Commissione ha ripreso oggi le sue discussioni. La maggioranza della CPS-N è giunta alla conclusione che la legge porterebbe all’istituzione di un apparato di protezione delle informazioni eccessivamente voluminoso e complesso, capace di sviluppare una propria dinamica e di sottrarsi viepiù al controllo del Parlamento. Essa lamenta soprattutto il fatto che le stime dei costi sono assai approssimative e osserva che anche le ripercussioni sul personale della legge potrebbero essere valutate soltanto nell’ambito delle ordinanze d’esecuzione. A suo avviso, i problemi riscontrati dovrebbero essere risolti nel quadro di leggi già esistenti e con un migliore coordinamento interno alla Confederazione. La minoranza della Commissione ravvisa invece una chiara necessità di intervenire con un approccio globale che permetta di migliorare la sicurezza delle informazioni nell’ambito di competenza della Confederazione. La legge proposta offre, a suo avviso, una soluzione strutturata meglio di quanto non facciano le attuali disposizioni, contenute come sono in diversi atti normativi. Essa permetterebbe di colmare le lacune in materia di sicurezza e di migliorare notevolmente il coordinamento a costi sostenibili, se rapportati al rischio per la sicurezza. La minoranza fa inoltre notare che il Parlamento può svolgere consultazioni sulle ordinanze d’esecuzione e che possiede la sovranità in materia di preventivo, ciò che garantisce l’esecuzione dei necessari controlli.

Il Consiglio nazionale si chinerà sul progetto in occasione della prossima sessione primaverile. Nel caso in cui decidesse di non entrare in materia, il progetto ritornerebbe al Consiglio degli Stati, che nella scorsa sessione invernale aveva approvato il disegno di legge senza voti contrari.

Scambio limitato di dati sulla situazione aerea con la NATO

La CPS-N propone all’unanimità alla propria Camera di approvare l’accordo con la Germania e con la NATO concernente la partecipazione della Svizzera al sistema di scambio di dati «Air situation data exchange» (ASDE, 17.072). La Commissione è convinta che se si vuole garantire la sicurezza dello spazio aereo svizzero è indispensabile disporre di conoscenze attendibili sulla situazione aerea non militare nel contesto europeo. Essa valuta in modo positivo il fatto che la partecipazione del nostro Paese all’ASDE assicuri anche in futuro alle Forze aeree svizzere un margine di preallarme sufficiente e consenta, in caso di necessità, di eseguire misure di polizia aerea. La Commissione prende atto con soddisfazione che la credibilità e l’efficacia della neutralità svizzera non vengono messe in discussione con la partecipazione all’ASDE. Osserva infine che la soluzione negoziata offre un buon rapporto fra costi e benefici.

Finanziamento dell’esercito

Con 14 voti contro 8 e 1 astensione, la CPS-N ha deciso di respingere l’iniziativa parlamentare 17.473 (Salzmann). L’iniziativa vuole garantire il finanziamento a lungo termine dell’esercito, inserendo nella Costituzione una disposizione che prescriva che, in una media pluriennale, le spese per l’esercito ammontino ad almeno 1,0 punti percentuali del prodotto interno lordo (PIL) della Svizzera. La maggioranza della Commissione ritiene che il PIL non sia un criterio adeguato per stabilire l’entità delle spese militari. A suo parere, oltre a essere troppo rigida, la proposta di vincolare le spese toglierebbe al Parlamento il suo margine di manovra finanziario. Fra i commissari c’è anche chi ha messo in guardia contro un impiego delle risorse inappropriato e chi ha fatto notare che, oltre all’esercito, vi sono altri settori che contribuiscono alla sicurezza. La minoranza della Commissione attira l’attenzione sulla mutata situazione di minaccia, sull’accresciuta necessità di fare intervenire l’esercito per impieghi sussidiari, sull’imminente ammodernamento delle Forze aeree e sul fabbisogno a medio termine per il programma di rinnovamento delle Forze terrestri. Essa fa notare come nel passato l’esercito sia sempre stato particolarmente toccato dalle misure di risparmio, al punto che le spese della Svizzera in questo settore risultano molto inferiori rispetto alla media internazionale. La minoranza ritiene che a questa situazione vadano apportati dei correttivi, in particolare mettendo a disposizione sufficienti risorse per i costi d’esercizio dell’esercito e garantendo la certezza della pianificazione.

Infine, con 15 voti contro 8 la Commissione ha sospeso fino all’autunno del 2018 la trattazione dell’iniziativa parlamentare 17.474 (Vogt). Prima di iniziare l’esame dell’iniziativa preferisce attendere che il Consiglio federale presenti in particolare le sue proposte per la revisione della legge sul servizio civile.

Presieduta dal consigliere nazionale Werner Salzmann (UDC, BE), la Commissione si è riunita a Berna il 19 e il 20 febbraio 2018. A parte della seduta era presente il consigliere federale Guy Parmelin, capo del DDPS.