La Commissione della politica di sicurezza del Consiglio nazionale (CPS-N) mette in guardia dalla crescente minaccia che i droni rappresentano per lo spazio aereo. Con la mozione 25.4396, adottata con 21 voti favorevoli, nessuno contrario e 4 astensioni, chiede al Consiglio federale di modernizzare e velocizzare le procedure di acquisto in modo da consentire di procurare il più rapidamente possibile i sistemi e le munizioni necessari a proteggere lo spazio aereo svizzero.

Secondo la CPS-N i recenti avvenimenti che hanno coinvolto droni nei cieli europei dimostrano quanto sia urgente disporre di un’efficace difesa anti-drone. In un momento contraddistinto da tensioni geopolitiche e guerra ibrida, i droni possono rappresentare anche in Svizzera un pericolo per le infrastrutture critiche come aeroporti, impianti energetici o centri finanziari. Attualmente il nostro Paese non sarebbe però in grado di respingere un attacco di droni come quello subito per esempio dalla Polonia. Per la Commissione è chiaro che una strategia di difesa richiede sia sistemi convenzionali di difesa terra-aria sia misure non convenzionali come per esempio droni difensivi. Data la necessità di approntare una simile strategia entro pochi mesi, la CPS-N ritiene indispensabile che per l’acquisto dei sistemi si punti anche sulla cooperazione diretta con aziende svizzere. Le tradizionali procedure di acquisto non sono a suo parere più adatte in una situazione straordinaria. La mozione 25.4396 sarà presumibilmente trattata dal Consiglio nazionale durante la sessione invernale.

Durante la discussione, il DDPS ha anticipato alla Commissione che entro pochi mesi presenterà in un rapporto la sua strategia per la difesa aerea e anti-drone. Di conseguenza, la Commissione ha per il momento rinunciato a presentare postulati per chiedere una strategia globale sulla difesa anti-drone e contro tutte le minacce provenienti da sistemi senza pilota.

La CPS-N chiede più risorse per la cibersicurezza civile

La Commissione è preoccupata per il marcato aumento di ciberincidenti registrati in Svizzera e ravvisa la necessità d’intervenire. Con 17 voti contro 6 e 2 astensioni chiede quindi che le risorse finanziarie a disposizione dell’Ufficio federale della cibersicurezza (UFCS) siano incrementate di 10 milioni nel 2026 e di 15 milioni negli anni successivi. La Commissione ritiene che questo aumento assuma un’importanza ancora maggiore dal momento che l’UFCS deve affrontare anche i nuovi compiti che gli sono assegnati dopo la revisione della legge federale sulla sicurezza delle informazioni, ad esempio l’obbligo di segnalare ciberattacchi. Durante la seduta è stato discusso in modo approfondito se tale incremento delle risorse a favore dell’UFCS debba essere compensato in altri settori del budget della Confederazione o del DDPS. In ultima analisi, la CPS-N ritiene che tali risorse vadano compensate all’interno del budget dell’esercito per l’informatica. Di conseguenza la Commissione propone alla sua Camera di accogliere senza modifiche la mozione 25.3191 “Risorse finanziarie sufficienti per la cibersicurezza civile”, del Consiglio degli Stati (Salzmann).

Per contro, la CPS-N propone con 15 voti contro 8 di non dare seguito alla petizione della Sessione dei giovani 24.2043 “Nessuna possibilità per i ciberattacchi: una linea diretta con l’UFCS per le aziende svizzere”. Ritiene infatti troppo onerosa sul piano amministrativo la richiesta di obbligare ogni impresa a mettere a disposizione una persona di riferimento con informazioni di contatto per la comunicazione diretta con l’UFCS. Contemporaneamente la Commissione ha però incaricato l’UFCS di verificare quali altre misure potrebbero facilitare i contatti tra l’Ufficio stesso e le imprese vittime di ciberminacce. La CPS-N si occuperà nuovamente dell’argomento quando sarà disponibile il relativo rapporto, la cui pubblicazione è prevista entro la primavera del 2026.

Modifica nel sistema nazionale di ricerca RIPOL

Con la mozione 25.4349, adottata con 15 voti contro 9, la CPS-N propone alla sua Camera di incaricare il Consiglio federale di modificare la decisione di fedpol concernente il sistema nazionale di ricerca RIPOL affinché in futuro, oltre alle caratteristiche attualmente registrate quali il Paese d’origine, l’altezza, il colore degli occhi, il peso, il colore dei capelli ecc. sia nuovamente possibile registrare anche il colore della pelle. La Commissione critica il fatto che fedpol abbia deciso di modificare i criteri di ricerca nel sistema RIPOL senza aver dapprima consultato i corpi di polizia cantonali e comunali. Non ravvisa inoltre alcun valore aggiunto nell’eliminazione del criterio riguardante il colore della pelle. L’obiettivo della Commissione è consentire ai corpi di polizia di svolgere le ricerche nel modo più efficace possibile.

Presieduta della consigliera nazionale Priska Seiler Graf (PS, ZH), la Commissione si è riunita il 20 e il 21 ottobre 2025 presso l’aeroporto di Zurigo-Kloten. A parte della seduta era presente il consigliere federale Martin Pfister, responsabile del DDPS. La mattina del 21 ottobre la Commissione ha visitato alcune zone dell’aeroporto rilevanti ai fini della sicurezza.