Già nella seduta di agosto, la CPS-N ha sostenuto, in merito all'esportazione di materiale bellico, la competenza proposta dal Consiglio federale di derogare, in circostanze eccezionali, ai criteri di autorizzazione per le transazioni con l'estero al fine di salvaguardare gli interessi di politica estera o di politica di sicurezza del Paese (art. 22b). La CPS-N si era anche espressa a favore della possibilità di fornire materiale bellico a Paesi che hanno un regime di esportazione simile a quello della Svizzera e che sono elencati nell'allegato 2 dell’ordinanza sul materiale bellico, anche se questi Paesi sono coinvolti in un conflitto armato. Questa eccezione non sarebbe tuttavia applicata nel caso di eventi straordinari e se gli interessi di politica estera o di politica di sicurezza della Svizzera impongono un rifiuto (art. 22a). Nella seduta odierna, la Commissione ha deciso di precisare nella LMB che le decisioni sulle domande di esportazione devono tenere espressamente conto anche degli interessi della Svizzera in materia di politica di neutralità (art. 22a cpv. 2bis).
Per quanto riguarda il trasferimento a terzi di materiale bellico da parte dei Paesi destinatari, la Commissione propone che in futuro si rinunci, in linea di principio, alle dichiarazioni di non riesportazione. Tuttavia, il Consiglio federale deve poter esigere tali dichiarazioni dai destinatari statali finali, se necessario per motivi di politica estera, di neutralità o di sicurezza. Inoltre, la CPS-N propone di rinunciare, in linea di massima, alla dichiarazione di non riesportazione anche per singole componenti e per assemblaggi di materiale bellico qualora sia appurato che si tratta di una fornitura nell'ambito di una catena di creazione di valore internazionale (art. 18). La Commissione ha respinto le altre proposte di modifica.
La maggioranza della Commissione ritiene che, alla luce del costante peggioramento della situazione geopolitica, sia necessario garantire la sicurezza della Svizzera e rafforzare in modo sostenibile la capacità di difesa dell'esercito svizzero. Un elemento importante a tal fine è una base tecnologica e industriale rilevante in materia di sicurezza (STIB). La revisione della LMB mira ad agevolare l'esportazione di materiale bellico e quindi a promuovere lo sviluppo di questa base. Senza una STIB forte, la Svizzera rischia di essere esclusa dalle catene di approvvigionamento, dalla ricerca e dalla cooperazione internazionale nel settore degli armamenti. La minoranza critica il fatto che un allentamento della legge sul materiale bellico sia nell'interesse solo della STIB e non della Svizzera neutrale, che dovrebbe impegnarsi in particolare per la pace e la tutela dei diritti dell’uomo. Inoltre, l'Ucraina, che esercita il suo legittimo diritto di autodifesa ai sensi dello Statuto delle Nazioni Unite, non potrebbe beneficiare della normativa proposta.
Poiché la riesportazione di materiale bellico sarà disciplinata nel progetto 25.024, la CPS-N ha deciso con 16 voti contro 9 di ritirare la propria iniziativa parlamentare 23.403. Sempre sulla base delle decisioni citate, la CPS-N ha inoltre deciso, con 16 voti contro 7 e 2 astensioni, di non dare seguito all'iniziativa parlamentare Schlatter (24.455), la quale mira a sancire nella Costituzione federale il divieto di esportare materiale bellico.
Questi oggetti saranno trattati nella sessione invernale.
Chiare attribuzioni di competenze per la difesa dello spazio aereo svizzero al di sotto della soglia di guerra
La CPS-N critica il fatto che il disciplinamento delle competenze in caso di minacce provenienti dal cielo sia lacunoso e impedisca una difesa efficace e rapida. Con 13 voti contro 12 la CPS-N ha depositato una mozione (25.4410) che incarica il Consiglio federale di sottoporre al Parlamento le necessarie modifiche delle basi legali al fine di disciplinare chiaramente le competenze in materia di protezione dello spazio aereo in situazioni normali e straordinarie.
Adeguamento della legge sulle armi
La CPS-N propone all'unanimità al proprio Consiglio di approvare la mozione 25.3256. Con questa mozione si chiede al Consiglio federale di obbligare le piattaforme commerciali come TEMU, Amazon e simili a contrassegnare in modo chiaro e inequivocabile sulle loro pagine online tutti i prodotti vietati in Svizzera, come le armi finte, in modo che il consumatore riconosca immediatamente che ordinando questo prodotto viola le disposizioni di legge svizzere. Inoltre, la legge sulle armi dovrebbe essere allentata, in modo che violazioni di lieve entità relative alle importazioni possano essere risolte, se del caso, con una semplice multa, evitando così procedimenti penali onerosi e sproporzionati.
Obbligo di prestare servizio militare per persone con doppia cittadinanza
La CPS-N condivide il parere del Consiglio degli Stati secondo cui la partecipazione di persone con doppia cittadinanza franco-svizzera a una «Journée défense et citoyenneté» (Giornata della difesa e della cittadinanza) non deve più essere riconosciuta come prestazione sostitutiva ai sensi della legge militare. Tuttavia, la Commissione intende garantire in generale, e non solo riguardo alla Francia, che i cittadini con doppia cittadinanza non possano adempiere l’obbligo del servizio militare in Svizzera prestando servizi fittizi all'estero. Con 22 voti contro 3, chiede quindi al proprio Consiglio di modificare la mozione 25.3037 del Consiglio degli Stati (Poggia). Il Consiglio federale dovrà pertanto essere incaricato di adeguare le basi legali in modo che il servizio militare prestato all'estero da persone con doppia cittadinanza sia riconosciuto solo se è di entità comparabile a quello prestato in Svizzera. Con la modifica proposta, il testo della mozione corrisponde a quello della mozione 24.3066 (Heimgartner), pendente dinanzi al Consiglio nazionale. In questo contesto, la CPS-N ha inoltre deciso di sospendere la discussione sull'iniziativa parlamentare 24.405 (Schmid Pascal) «Nessun privilegio in materia di servizio militare per i cittadini con doppia cittadinanza».
Obbligo di tutela dell’esercito
Con 17 voti contro 8, la CPS-N propone al proprio Consiglio di non dare seguito all'iniziativa parlamentare 24.482 (Molina). La maggioranza ritiene sufficienti le basi legali che disciplinano l’obbligo di tutela dell'esercito nei confronti dei suoi membri. Accoglie con favore le misure adottate dall'esercito contro la discriminazione e la violenza sessualizzata, nonché il relativo piano d'azione, e si aspetta che esso venga attuato in modo conseguente e sottoposto a controlli regolari. Pertanto, non ritiene necessario definire in modo ancora più chiaro ed estendere l’obbligo di tutela dell'esercito nei confronti dei militi, come richiesto dall'iniziativa parlamentare.
Inoltre, la CPS-N si è espressa con 14 voti contro 9 a favore dell'applicazione provvisoria dell'accordo tra la Svizzera e l'UE sui principi e sulle condizioni di partecipazione all'Agenzia dell'Unione europea per il programma spaziale (accordo EUSPA).
Infine, la CPS-N è stata informata sulla situazione attuale in Medio Oriente e sull'evoluzione della guerra in Ucraina, nonché sullo stato dei progetti prioritari del DDPS e dell'UFPP.
Presieduta dalla consigliera nazionale Priska Seiler Graf (PS, ZH), la Commissione si è riunita il 10 e l’11 novembre 2025 a Berna, in parte in presenza del capo del DEFR, il consigliere federale Guy Parmelin, e del capo del DDPS, il consigliere federale Martin Pfister.