In linea di principio la Commissione della politica di sicurezza del Consiglio degli Stati (CPS-S) è unanime nel ritenere che la neutralità riveste una grande importanza sul piano della politica di sicurezza. La maggioranza della Commissione è tuttavia dell’avviso che l’adozione dell’iniziativa avrebbe conseguenze negative sulla politica estera, economica e di sicurezza del nostro Paese. L’attuale flessibilità nella politica di neutralità ha dato buoni risultati e deve essere preferita rispetto a una definizione rigida del concetto di neutralità nella Costituzione, poiché l’iniziativa indebolirebbe la libertà d’azione politica. Vi è poi il timore che l’adozione dell’iniziativa ostacolerebbe in modo marcato le cooperazioni in essere nel settore della politica di sicurezza e di difesa, indebolendo di conseguenza la capacità di difesa della Svizzera. Inoltre, non sarebbe per esempio più possibile adottare sanzioni economiche contro Paesi in guerra al di fuori dell’ONU. Secondo la maggioranza ciò sarebbe altamente problematico in quanto attualmente le sanzioni rappresentano un importante strumento per reagire a violazioni del diritto internazionale.
In conclusione, la maggioranza della CPS-S ritiene che l’adozione dell’iniziativa ridurrebbe notevolmente la capacità di salvaguardare in futuro gli interessi del nostro Paese.
Contrariamente al parere del Consiglio federale, una minoranza della Commissione è dell’avviso che una politica di neutralità come quella richiesta dall’iniziativa migliorerebbe la situazione della Svizzera a livello di politica di sicurezza. Sancire il concetto di neutralità nella Costituzione federale potrebbe ridurre la capacità d’azione del Consiglio federale, ma conferirebbe alla neutralità una legittimità con una base più solida e aumenterebbe l’affidabilità della Svizzera sul piano della politica estera. Nonostante alcune differenze tra le diverse versioni linguistiche del testo dell’iniziativa, la minoranza ritiene che le cooperazioni a livello di politica di sicurezza come quelle già esistenti rimarrebbero possibili anche con la sua adozione.
Prima delle sue deliberazioni la Commissione ha organizzato audizioni con esperti in vari settori allo scopo di conoscere alcune opinioni in una prospettiva militare, storica, del diritto costituzionale e del diritto internazionale.
La CPS-S sostiene unanimemente l’introduzione di un obbligo di notifica in caso di procedimenti penali contro minorenni per reati di terrorismo
La Commissione chiede all’unanimità alla propria Camera di adottare la mozione della Commissione della politica di sicurezza del Consiglio nazionale 24.3819 «Procedimenti penali contro minorenni per reati di terrorismo. Introduzione di un obbligo di notifica». La CPS-S si allinea quindi alle posizioni del Consiglio nazionale e del Consiglio federale.
La mozione intende incaricare il Consiglio federale di creare le basi legali per istituire l’obbligo di notificare alla Confederazione l’apertura, da parte delle autorità cantonali, di un procedimento penale contro minorenni per reati di terrorismo.
La Commissione ha anche ricevuto informazioni sullo stato attuale di diversi progetti principali del DDPS e sulle attuali attività del Comando Ciber.
Durante la seduta, la Commissione è inoltre stata informata in merito alla situazione attuale nel Vicino Oriente e agli sviluppi della guerra in Ucraina.
Presieduta dalla consigliera agli Stati Andrea Gmür-Schönenberger (Il Centro, LU), la Commissione si è riunita a Berna il 13 febbraio 2025. A parte della seduta era presente la consigliera federale Viola Amherd, responsabile del DDPS.