Sugli effettivi dell'esercito, la commissione si è pronunciata sulle varie possibilità proposte da Ueli Maurer. Essa ha preso in considerazione un'opzione politicamente realizzabile e finanziariamente sopportabile, ha sottolineato stamani alla stampa il presidente Bruno Frick (PPD/SZ). A suo modo di vedere, questa variante otterrà una maggioranza in parlamento.
La variante di 60'000 uomini è stata respinta all'unanimità. Una minoranza di sinistra (3 voti contro 9) ha invece difeso l'opzione 80'000 uomini, con un costo annuo di 4,4 miliardi di franchi, ciò che corrisponde al progetto iniziale del governo, che raccoglie più o meno i favori della commissione delle finanze.
Si tratta di una variante credibile, ha sostenuto Claude Hêche (PS/JU). I mezzi finanziari della Confederazione non sono illimitati, ha aggiunto.
Tuttavia, la maggioranza della commissione non ha voluto saperne. Ritiene in particolare che gli effettivi delle truppe d'appoggio alle autorità civili non siano sufficienti nell'opzione da 80'000 uomini: 27'000 militi contro i 37'000 nella variante da 100'000 uomini. Secondo Frick, la Svizzera necessita di una sorta di "National Gard" per garantire la difesa delle proprie infrastrutture.
Infatti - ha sottolineato - è a questo livello che risiede la minaccia maggiore per il nostro Paese e non in un attacco convenzionale. Frick ha in particolare alluso ad attacchi terroristici.
A queste minacce non si può rispondere con l'opzione da 80'000 uomini, cosiddetta "robusta", nella quale le forze d'appoggio potrebbero essere utilizzate anche per missioni più impegnative. Un soldato d'appoggio e un soldato da combattimento sono due cose diverse, ha spiegato il deputato PPD. Per svolgere questi compiti, Frick non vuol nemmeno sentir parlare di un rafforzamento degli effettivi della polizia civile (+20'000 persone).
Con 7 voti a 2, la commissione ha pure respinto l'opzione di un esercito di 120'000 militi, con un costo di 5,3 miliardi, sostenuto dagli ufficiali. Concretamente, secondo il decreto sottoposto agli Stati il primo giugno, il Consiglio federale dovrebbe presentare entro la fine del 2013 una revisione della legge sull'esercito che risponda all'opzione scelta dal parlamento.
Pressione per gli aerei
La commissione ha colto l'occasione per pronunciarsi anche sull'acquisto di nuovi aerei. Come il Nazionale, auspica che l'acquisto intervenga tra il 2012 e il 2015. Tuttavia, contrariamente alla Camera del popolo, essa vuole che gli importi vengano compensati.
Varie le opzioni di finanziamento, tra cui quella di un fondo. I Dipartimenti federali delle finanze (DFF) e della difesa (DDPS) già si occupano del dossier. Per la maggioranza della commissione, la necessità dell'acquisto è indiscussa: i Tiger risalgono agli anni 1960 e possono essere impiegati soltanto di giorno e con il bel tempo. La minoranza di sinistra non ritiene invece opportuno "forzare i tempi".
Cooperazione europea
Infine, con un postulato adottato dalla commissione all'unanimità, il Consiglio federale è invitato a impegnarsi per un maggior coinvolgimento della Svizzera nell'architettura della sicurezza europea. Entro il 2013 il governo deve indicare in che modo il nostro paese possa cooperare con l'Europa in campo militare.
La commissione non è infatti soddisfatta della passività di Ueli Maurer in questo settore. Nel rapporto sull'esercito, il Consiglio federale non ha fatto alcuna proposta.
"La neutralità è un'opportunità e non una scusa per restare passivi. È illusorio pretendere di agire da soli. Una cooperazione è necessaria", ha affermato Bruno Frick. "Se la commissione insiste su questo aspetto - ha precisato - non intende comunque delegare la sicurezza a forze straniere".