(ats) L'introduzione del referendum finanziario a livello federale rischierebbe di bloccare i processi decisionali a livello politico. È quanto sostiene il Consiglio nazionale, che oggi ha deciso - con 115 voti contro 79 e 1 astenuto - di non dar seguito a due iniziative parlamentari in tal senso di UDC e Verdi liberali.

I due testi chiedevano di sottoporre a referendum facoltativo i decreti federali concernenti i crediti d'impegno e i limiti di spesa. Formalmente ciò non è possibile, poiché a livello federale non esiste la facoltà di lanciare un referendum contro un credito.

Secondo la maggioranza della Camera del popolo, la gran parte delle spese della Confederazione dipende comunque da leggi sottostanti a referendum. Essa ritiene che anche in futuro le decisioni in materia di politica finanziaria a livello federale debbano poggiare primariamente su basi legislative.

A suo avviso, sottoporre a referendum finanziario le spese già decise sulla base di una legge a sua volta sottostante a referendum costituirebbe inoltre una regolamentazione eccessiva.

La commissione delle istituzioni politiche del Nazionale si era già opposta nel 2013 a un'iniziativa parlamentare del gruppo dell'UDC dal tenore identico. Già allora era stato sottolineato che un referendum finanziario non farebbe che rallentare e ostacolare il processo democratico, ha sottolineato Marco Romano (PPD/TI).

La maggioranza l'ha seguito ribadendo che il freno all'indebitamento si è rivelato essere uno strumento adeguato al fine di garantire l'equilibrio di bilancio.

La minoranza (composta da UDC e Verdi liberali) riteneva invece che il referendum finanziario rappresenterebbe un considerevole rafforzamento della democrazia diretta, come dimostrato dall'efficace applicazione esistente a livello cantonale e comunale.

"Il referendum finanziario ha dato prova di efficacia", ha dichiarato in aula Bäumle. "Non abbiamo paura del nostro popolo", gli ha fatto eco invano il capogruppo dell'UDC Adrian Amstutz. Si tratterebbe infatti di permettere agli aventi diritto di voto di esprimere il loro parere in caso di importanti decisioni in materia finanziaria.

L'iniziativa parlamentare dell'UDC non precisava a partire da quale importo il referendum finanziario potrebbe essere applicato. Quella depositata da Bäumle fissava invece una soglia di 500 milioni di franchi per le spese uniche e una di 100 milioni per le nuove spese ricorrenti per uno scopo preciso.

Ma alla fine la maggioranza del plenum ha bocciato entrambi i testi.