Il dossier, ormai pronto per le votazioni finali, era stato sospeso nel dicembre 2018 dopo l'assassinio del giornalista Jamal Khashoggi, avvenuta nel consolato saudita di Istanbul. La commissione preparatoria del Nazionale chiedeva di riconsiderare le relazioni tra i due Paesi alla luce di questo fatto.
Nella primavera scorsa, la Camera del popolo aveva però approvato l'intesa, in seguito a un rapporto presentato dal Consiglio federale secondo cui la convenzione era importante sul piano economico e politico. La Svizzera, secondo il Governo, potrà far sentire la sua voce in merito ai diritti dell'uomo e alla parità dei sessi solo continuando il dialogo con l'Arabia Saudita. La sinistra aveva invece criticato l'accordo, affermando che l'esecutivo perseguiva obiettivi essenzialmente di carattere economico e non disponeva di una strategia politica solida nei confronti di Riad. La sua proposta di rinviare il dossier all'esecutivo era però stata bocciata.
Oggi, l'intesa tra i due Paesi non ha suscitato lunghe discussioni in aula. La maggioranza ha giudicato i vantaggi superiori agli svantaggi. La sinistra ha però voluto manifestare il proprio malcontento astenendosi al voto finale.
Firmata a Riad il 18 febbraio del 2018, la convenzione era stata accolta favorevolmente dai Cantoni e dagli ambienti interessati dell'economia. Essa prevede "normative vantaggiose" per l'imposizione internazionale degli utili delle imprese e di altri redditi.
Recepisce inoltre diverse disposizioni elaborate nel quadro del progetto dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) e del G20, volte a contrastare l'erosione della base imponibile (evasione fiscale) e il trasferimento degli utili.
Il documento contempla anche una disposizione per l'assistenza amministrativa secondo gli standard internazionali in materia di scambio di informazioni su richiesta. Riad è il secondo partner commerciale della Svizzera nel mondo arabo, dopo gli Emirati Arabi Uniti.